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| Rosario Sparno |
Il concetto di passato e memoria, come identità ed unità
di Maria Ricca
Torna anche
quest’anno il progetto di Giulio Baffi e Giovanni Petrone
per performances d’attori ed autori ispirate alla storia di Benevento
ed alle sue architetture. Ne parliamo con Rosario Sparno, attore e regista,
autore della drammaturgia.
-Da dove
deriva l’idea di “Raccontami Benevento”?
“Siamo partiti da
luoghi scelti. Il Teatro Romano e la Cattedrale. L’anno scorso l’esperienza al
Cimitero dei Morticelli, che nemmeno molti beneventani conoscevano, è stata
straordinaria. I due luoghi di quest’anno, il Teatro Romano, con “Adriano”
(ieri il debutto, sabato 7 settembre, ore 17, oggi domenica 8 settembre, ore
12) e “Pensa”, alla Cattedrale di Benevento (domenica 15 settembre, ore 16 e
18) sono uniti dal concetto di passato e di memoria, come identità ed unità.”
-Da dove sono
tratti i testi?
“Per raccontare
“Adriano” abbiamo fatto parlare una schiava, interpretata dalla valida Tina
Femiano (al violino Aurora Sanarico), ripescando dalle “Memorie” della
Yourcenar. La schiava si infervora nel descrivere l’Imperatore e il suo
rapporto con Antinoo.
Quanto a “Pensa”, sono ancora partito dal
concetto di identità, eternità, memoria. Benevento fu colpita dal bombardamento
della guerra del ’43, con il Palazzo Zoppoli, dove c’era lo studio Pensa. E
allora grazie alla testimonianza di uno dei Pensa, partendo da quell’archivio fotografico , lì
alla Cattedrale, nei sotterranei, si ricorderà Benevento e quello che fu. Protagonista sarà Peppino Mazzotta.
-Teatro,
recitazione, qual è il ruolo di questo genere artistico nel momento attuale,
per i giovani, soprattutto…
“Innanzitutto, per me, non c’è assolutamente
differenza fra generazioni, rispetto all’importanza di accostarsi a questo
genere. Il Teatro non deve comunque essere considerato in funzione educativa,
ma solo in qualità di “specchio”, perché semplicemente riflette la realtà che
vede. E’, quindi, un invito in maniera
leggera a fermarsi un attimo a riflettere. Perché si va troppo di corsa e si
perde la memoria.”
- La funzione
sociale del Teatro, insomma.
“Sicuramente io
lo inserirei come materia di studio nelle scuole, perché insegna ad interagire
con gli altri nel modo migliore, senza
competizioni, ma nello sforzo per un obiettivo comune.”
- A proposito di
giovani e di teatro, che ne pensa del proliferare di “scuole di recitazione”?
Ma non è tutta questione di talento, se uno sa stare in scena?
“Certo, alla base
c’è sempre il talento, il diamante grezzo, che poi la scuola può e deve
raffinare. Ma se non c’è il diamante, come si fa? Certo in giro c’è tanta…
bigiotteria e tanti maestri improvvisati, per fare business, però non si può
generalizzare.”
Per accedere a
“Raccontami Benevento” (numero massimo di spettatori è 40) occorre prendere in loco il ticket gratuito,
un’ora prima dello spettacolo.
Tutto il
programma della rassegna è sempre disponibile sul sito: www.cittaspettacolo.it
