L'ironia amara del vincitore dell'ambito riconoscimento al Festival
di Maria Ricca
“Resistere non serve a niente”. Resistere al progresso, al tempo che corre, alla tecnologia che cambia la nostra vita, a certe dinamiche, che modificano il nostro mondo, non rendendolo per forza migliore, ma impossibili da fermare. Così Valter Siti, protagonista delle “Letture stregate” di venerdì 15 settembre, all’Hortus Conclusus, appuntamento ormai tradizionale del festival “Benevento Città Spettacolo”, con l’Autore, vincitore del Premio Strega, per illustrare il significato del titolo del suo romanzo, lucida analisi della realtà, “visionario ed inquietante, sulla nostra nudità di fronte al potere del denaro” (definizione del
“Corriere della Sera” ). Su questo si è incentrato il dibattito condotto da Gabriella D’Angelo, curatrice dell’incontro, con Stefano Petrocchi della “Fondazione Bellonci”, ispiratrice del riconoscimento, intitolato alla Strega “Alberti”, rappresentata da Giuseppe D’Avino.
Dopo
i saluti di Giulio Baffi, direttore artistico della rassegna “Benevento Città
Spettacolo”, e l’inaugurazione della bella e suggestiva mostra di fotografie,
realizzate dall’artista Valentina Saccomanno, sulla serata conclusiva al Ninfeo
di Villa Giulia, Siti ha raccontato l’esperienza e l’emozione degli ultimi
mesi, prima e dopo la vittoria e l’effetto “Strega”, ovvero la conferma di una
certa popolarità e,naturalmente, la crescita dei dati di vendita del suo, come di
tutti i libri che hanno conquistato l’ambito riconoscimento.
Le opere di Valentina Saccomanno |
Poi,
subito nel vivo, con la garbata interpretazione di Peppe Servillo, leader degli
“Avion Travel”, qui nelle vesti di attore, dopo le ottime prove fornite in tal
senso, non ultima quella in “Passione”, di John Turturro. E’ stato lui a condurre per mano gli spettatori,
numerosi nella frizzantina serata di settembre all’Hortus, alla scoperta delle
dinamiche che si instaurano fra gli esseri viventi, non solo umani, alla vista
del denaro, mediatore universale, procacciatore di finta onnipotenza per chi lo
possiede, descritte da Siti nel volume, con prosa efficace e sferzante ironia.
L’opera, che si presta a vari piani di lettura, aprendosi, con la tecnica dell’
auto fiction, ad una parte psicologica e ad una esistenziale, si anima nella
vicenda di Tommaso, infelice e surreale protagonista, “giocoliere della finanza”,
non odioso, però, nonostante tutto, e cittadino
di quella “zona grigia” , capace di nefandezze, in un mondo in cui non ci si
scandalizza più di niente.”Resistere”, appunto, “non serve a niente”: cambiare
certi percorsi non appare possibile, l’importante è essere consapevoli della
verità delle cose.