L' Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua
Vetere ospiterà martedì 6, alle 11.30, mercoledì 7, giovedì 8,
venerdì 9 maggio, ore 9.30 e 11.30, lo spettacolo "SANGUE E
ARENA", con messa in scena di Fabio Cocifoglia ,
interpretazione di Enzo Musicò e consulenza artistica di Maria Laura
Chiacchio. Sarà possibile effettuare una visita con spettacolo. Si parte
dalla conoscenza de " I gladiatori – I diritti umani". Nei
meandri dell’anfiteatro, per decenni scenario di combattimenti fra uomini e
belve feroci, un personaggio senza tempo, un saggio erborista, forse
discendente di Spartaco, racconterà le gesta e le sofferenze dei gladiatori.
Le vicende di Spartaco, il più famoso dei
gladiatori, passato alla storia per la rivolta da lui capeggiata, e di
Androclo, con il suo leone, per finire con quelle di Iqbal Masih, simbolo della
schiavitù di oggi, coinvolgeranno emotivamente i partecipanti, ma soprattutto
proporranno una riflessione sui Diritti dell’Uomo, spesso disattesi anche in
epoca moderna. L' Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, che li
ospitava, è secondo per dimensioni solo al Colosseo.
L'arena appare ancora ben conservata. La cavea poteva ospitare ben 40.000 spettatori, era distinta in tre ordini in cui trovavano sistemazione rispettivamente il popolino in alto, le persone più distinte al centro, i tribuni insieme a senatori, magistrati e cavalieri in basso. Anche alle donne era riservata una collocazione in una loggia detta cathedra. Restano ancora visibili anche i vomitori, dai quali uscivano ed entravano gli spettatori, lateralmente ricoperti da pannelli a bassorilievi raffiguranti animali, scene sacrificali o imprese di Ercole. In posizione centrale, in basso, era situato il podio, riservato alle autorità.
I sotterranei, cui si accede attraverso
delle scalette, servivano da spogliatoi e depositi. Costituiti da dieci
corridoi comunicanti, erano dotati anche di una vasta cloaca a croce per lo
scolo delle acque. Sul lato settentrionale, inoltre, è possibile rintracciare
la presenza di un piccolo vano - in chiara asimmetria rispetto al lato opposto-
che avrebbe ospitato una cappellina, nella quale si rifugiavano i primi Cristiani
per sfuggire alle persecuzioni. Sulla parete sinistra, si rinvengono tuttora
tracce - peraltro estremamente esigue - di un affresco, forse raffigurante un
Santo. Il complesso archeologico si completa del Museo dei Gladiatori.