Primo appuntamento con la rassegna “Percorsi sanniti – Zona franca”. Stasera Nathalie, poi Ghemon e i Massimo Volume
di Maria Ricca
“Sarà nel mio karma, chissà…”.
Così Riccardo Sinigallia, protagonista dello spettacolo di apertura del festival “Percorsi sanniti –
Zona Franca”, diretto da Ernesto Razzano, con il patrocinio del Comune,
commenta ai nostri microfoni l’incidente
di percorso che l’ha escluso quest’anno da Sanremo 2014, ma non, naturalmente,
dalle altre vetrine della musica che conta, dal Concertone del 1° maggio, in
poi, a cui partecipa ormai regolarmente. Una delusione, sì (aveva già eseguito
per sbaglio la canzone in gara, “Prima di andare via”, in una manifestazione di
beneficenza e in altri locali, contravvenendo, inconsapevolmente però, al
regolamento del Festival) ma ripagata dallo straordinario affetto che il
pubblico gli tributa ogni volta che sul palco ci sale, indipendentemente dal
contesto.
Nessuna eccezione per
Benevento, che l’ha accolto venerdì 25 luglio, con straordinaria simpatia ed
attenzione all’Arco del Sacramento, riempiendo via via gli spalti del piccolo teatro
“en plein air”.
Grande atmosfera e suggestione
per la perfomance dell’artista che, complici quattro chitarre, due acustiche,
una elettrica ed un basso, la tastiera elettronica collegata al computer e, naturalmente, una band di tutto
rispetto, fra cui Laura Arzilli, compagna di vita e di palco, e il fratello Daniele,
musicista e produttore artistico, è riuscito a trasmettere un modo di essere e
di affrontare l’esistenza, rispecchiato nelle sue interpretazioni, ora “combattive”,
ora nostalgiche, più spesso profondamente intimiste. Non a caso quelle
risultate più convincenti e coinvolgenti per gli spettatori, presi dalle
vicende narrate nei testi, quasi sempre quelle di due innamorati, che si
rivedono dopo anni per scoprire quanto entrambi siano cambiati.
Come ne
“La descrizione di un attimo”, scritta per i “Tiromancino”, con cui ha
collaborato per anni, contemporaneamente
al suo impegno con Niccolò Fabi e Max Gazzè.
Infine i ringraziamenti per gli
organizzatori e per il “Morgana”, il locale beneventano che l’ha visto già
ospite qualche tempo fa, fra i pochi “presidi eroici” – ha concluso Sinigallia ai
nostri microfoni – per la musica
indipendente in Italia.” Ma quanto è difficile costruire hit di successo, senza
tradire però lo spirito della ricerca e della voglia di cambiare qualcosa nella
musica italiana? “Abbiamo una tradizione di tutto rispetto in tal senso, nel
nostro Paese. Nel senso che, almeno negli anni ’60 e ’70, non c’era una “categorizzazione”
dei generi così forte, ovvero canzoni per il pubblico e canzoni d’autore, e
quelle che si ascoltavano di più erano le produzioni di Lucio Battisti e di
Paolo Conte, che rappresentavano l’uno e l’altro. Quanto a me, beh, mi piace
girare e perlustrare ogni volta, musicalmente parlando, non dico mai di no a
nessun tipo di collaborazione. Ciascuna rappresenta un’esperienza che mi lascia
sempre qualcosa.” Superata la delusione
di Sanremo 2014? “Ma sì, peccato solo che io non riesca mai a fare un percorso
regolare, nonostante ce la metta tutta..Mah, appunto, sarà destino.”