Vinicio Capossela, Dario Vergassola, Stefano Petrocchi |
Affollata serata di presentazione dei 12 finalisti, al San Marco
di Maria Ricca
di Maria Ricca
Vinicio Capossela |
Melania Petriello |
E hanno sfilato via via sulla scenografia di Fabio Melillo e Italo
Mustone ,i diversi autori, introdotti da Stefano Petrocchi della
Fondazione Bellonci , a cui è stata affidata la “pars costruens” della
presentazione, mentre della “pars
destruens”, o meglio del l’ironico commento, si è incaricato appunto il Vergassola,
sfoggiando consapevolmente i panni del giullare e del “fool”, per “desacralizzare” l’atmosfera.
I
l pubblico si è diviso così tra chi ha rimpianto lo stile rispettosamente
cordiale di Paola Saluzzi, conduttrice dell’anno scorso e quello brillante, ma a
tratti un po’ troppo banalizzante, adottato
dall’attore ligure. Che però nei premi letterari ci crede, tant’è vero che più
di una volta, ha dichiarato nel corso della serata, avrebbe voluto parteciparvi
in concorso. E quindi, a suo modo, apprezza il mito. Segno dei tempi.
Le presenze istituzionali del sindaco Pepe e dell’Assessore Del Vecchio hanno riportato l’attenzione sul
ruolo che Benevento ha avuto, da otto anni a questa parte, nella suite di
eventi collegati al prezioso riconoscimento letterario, con l’arrivo in città
degli scrittori in concorso, ogni anno, a presentare i propri libri e sul fatto che occorre investire nella cultura, anche
se è sempre più difficile. In mezzo gli interventi del Presidente
nazionale di Slow Food, Nino Pascale e del Presidente di Strega Alberti, Alberto Foschini. Piacevole ed interessante, poi, il momento
affidato alla giornalista Melania Petriello, nel ruolo di speciale “cantastorie”,
per raccontare alla platea la storia del “salotto
affamato” di cultura che Maria Bellonci
aprì negli anni Cinquanta alle
migliori intelligenze letterarie del tempo. Del resto, ha detto “non si vive di sola pancia” e questo è un “Paese
di nutrimenti”, poiché la Cultura è cibo per la mente e “avremo vinto la
battaglia dell’Expò se faremo tutto questo, perché la cultura è dovere morale.”
Vergassola l’ha abbracciata e non ha potuto fare altrimenti, rinunciando per
una volta, e finalmente, all’ennesima
battuta.
Interessanti le presentazioni di “La sposa” di Mauro Covacich, che ha ricordato la tragedia dell’artista
Pippa Bacca, stuprata ed uccisa lungo il suo percorso de lla la performance itinerante “Spose in Viaggio”, con cui si proponeva di attraversare, in autostop, 11
paesi teatro di conflitti armati, vestendo un abito da sposa, per promuovere la
pace e la fiducia nel prossimo.
“Il genio dell’abbandono” della napoletana Wanda Marasco, su una Napoli vivace
e popolare, e di “Come donna innamorata”
di Marco Santagata, su un Dante Alighieri
privato, quello dell’amore irrisolto per la scomparsa Beatrice. Si
è chiuso dopo “Zerocalcare”, la vera novità di quest’anno, con la sua graphic novel
in concorso, “Dimentica il mio nome”, per accogliere il quale cui il
regolamento del Premio Strega è stato cambiato.
Un’ultima considerazione da parte del comico-presentatore,
questa sì, davvero azzeccata: “I libri sono di chi li legge, di tutti” e la
loro interpretazione cambia a seconda dello stato d’animo…"