Antonio Marfella (foto Facebook_Sannio Report) |
di Maria Ricca
E’ forse stata “Raccontami Benevento” quella
fra le intuizioni più felici dei sei
anni di direzione artistica che Giulio Baffi, giornalista e critico teatrale, ha voluto dedicare al
Festival di Benevento.
Sicuramente, la più affine al “Gregoretti
style”, allo spirito degli esordi, quello di fare della “città” uno “spettacolo” e di raccontare lo “spettacolo” della città”.
Chi c’era, trentasei anni fa, si
ricorderà della peculiare attenzione che il regista romano riservava ad ognuno
degli spazi cittadini, con la voglia di riscoprirne e di farne riscoprire la
storia, immaginando progetti teatrali mirati, frutto di un’attenzione al
territorio, che non calasse dall’alto le performances, ma le contestualizzasse
e le studiasse approfonditamente. Impossibile, dunque, non emozionarsi, nel
riscoprire, rinnovata e recuperata, alla luce fioca delle candele e guidati
dalle piccole torce, quell’idea di
teatro che fu al principio, appassionandosi contemporaneamente alla visione del criptoportico romano dei Santi
Quaranta e alla recitazione intensa e coinvolgente di Antonio Marfella.
Convincente ed intensa la sua prova d’attore,
nei panni di Melezio Sebastiano Gambero, che sfugge alla fine dei Santi
Quaranta, i legionari giustiziati con assideramento per non aver voluto
abiurare alla religione cristiana in favore del culto degli dei romani, ma che muore
comunque, per accidente.
E, così, l’ultimo Santo, al suo posto, diventa la guardia improvvisamente convertita,
che, deliberatamente, sottrae la “corona” del martire al giovane legionario.
Leggenda e storia si confondono, dunque, al cospetto della struttura, miracolosamente
recuperata dai volontari guidati da Felice Presta di Sannio Report, che
continuano a trascorrere i loro fine settimana nell’area archeologica, per
realizzare la propria opera di recupero e manutenzione dell’area in cui sorgeva
anche una Chiesa Medievale, dedicata appunto ai Martiri di Sebaste in Armenia.
Dal 15 settembre le visite guidate si
terranno solo la domenica, dalle 18 alle 22
Applausi, infine, per l’ottima performance di
Marfella e per il piacere di aver potuto fruire dei luoghi.