di
Maria Ricca
Leggere
la storia attraverso i “cadaveri eccellenti”, ma con la lucidità che solo
l’ironia, intelligentemente applicata all’analisi della realtà, può offrire a
chi vuole approfondire le vicende italiane più importanti. Senza sottovalutazioni
cioè, ma con la voglia di inquadrare chiaramente eventi e responsabilità.
E’
lo strumento, l’arma appuntita, ma per nulla impropria, in verità, che usa
Daniele Timpano, attore, autore, regista di “Dux in scatola”, secondo
appuntamento per la rassegna “Magnifico Teatro” del “Magnifico Visbaal”,
diretta da Peppe Fonzo, in scena lo scorso fine settimana. Lo spettacolo, finalista al premio Scenario
2005, è il secondo momento di una trilogia, definita dall’autore “storia
cadaverica d’Italia”, di cui sono parte “Risorgimento pop” e “Aldo Morto”. Così, tanto per interrogarsi sulla crisi d’identità del nostro Paese da più punti di vista, e storia del cadavere che è la stessa Italia, risorta nel Risorgimento e morta poi ancora subito dopo. Un modo
diverso di affrontare la materia, attraverso importanti momenti di snodo, che
piacerebbe anche agli studenti, probabilmente, superando gli inevitabili
momenti di noia, ascrivibili alle consuete spiegazioni tradizionali degli insegnanti. E il surreale, unito ad una sapienza recitativa, che sottende profonda conoscenza degli argomenti trattati, diventa, così, lo strumento ideale per analizzare la realtà.
Prossimo appuntamento il 13 e 14
novembre, con “Cromosomie”, di “Scimmie
Nude”.
