di Maria Ricca
Drammaturgia fresca, gradevole, sicuramente vivace ed
accattivante, quella della compagnia Klimax, per “Switch”, storia di uno
scambio linguistico-culturale, al centro dello spettacolo in italiano ed
inglese portato in scena al “Pierrot” di Ponticelli-Napoli, per i ragazzi del primo
biennio tradizionale, scienze applicate e linguistico, del Liceo Scientifico Statale “Carlo Urbani” di San Giorgio a
Cremano, retto dalla dirigente Mariarosaria De Luca.
In scena il brio e la bellezza dell’idioma anglosassone,
liberato, per una volta, dai vincoli di un apprendimento troppo condizionato dalla
rigidità grammaticale e restituito alla sua dimensione di lingua
vitalissima e veicolo indispensabile di
comunicazione.
Del ruolo scanzonato ed irriverente di gran cerimoniere
della comunicazione, si è, naturalmente, incaricato il leader della compagnia,
Luca Varone, attore e regista, autore ed interprete del testo, valida
formazione attoriale alle spalle ed un curriculum di tutto rispetto, maturato fra
cinema e teatro (adesso è in scena con Antonio Casagrande, presto sarà in “Gomorra 2”). E conseguente padronanza
della scena, oltre che naturalmente della lingua oggetto dello spettacolo,
evidentemente maturata “sul campo”,
grazie alle sue esperienze di lavoro all’estero.
E’ lui che, in
apertura di spettacolo, ha stabilito un vivo contatto con la giovane platea. Ad essa si è rivolto attingendo a tutto il
repertorio di battute argute, frecciatine, motti e comuni adagi sulla
difficoltà di essere studente oggi e
sul rapporto, spesso complicato, fra docenti ed alunni, ironizzando garbatamente sulle problematiche di una relazione mai facile da stabilire e sensibile al mutare dei tempi e delle situazioni. Senza trascurare l'appello a mettercela tutta per crescere positivamente, coltivando i propri interessi e le proprie ambizioni e senza mollare mai, rinunciando a salire quella "Klimax", quella "Scala", dunque, metafora per indicare il sacrificio, l'ostacolo da superare, la meta da raggiungere.
sul rapporto, spesso complicato, fra docenti ed alunni, ironizzando garbatamente sulle problematiche di una relazione mai facile da stabilire e sensibile al mutare dei tempi e delle situazioni. Senza trascurare l'appello a mettercela tutta per crescere positivamente, coltivando i propri interessi e le proprie ambizioni e senza mollare mai, rinunciando a salire quella "Klimax", quella "Scala", dunque, metafora per indicare il sacrificio, l'ostacolo da superare, la meta da raggiungere.
Poi, spazio alla storia. Al centro la dolce e sensibile Kelly, studentessa di origini americane, ma
risiedente in Inghilterra, che ama l’Italia, ed incontra l’arguto e divertente
Gennaro, detto Genny (Varone, appunto). Insieme tentano di approfondire l’una
gli usi, i costumi e soprattutto l’idioma dell’altro, in un rocambolesco “Switch”,
che dà il titolo allo spettacolo, appunto.
Basterà l’assaggio di
una fetta di “cheesecake” da un lato e di un boccone di “babà” dall’altro, per
dare il via al piacevolissimo scambio. E così, di avventura in avventura, Kelly
e Genny, dopo aver lasciato le rispettive mamme a casa, con tanto di addi
festanti la prima e lacrimevoli la seconda, finalmente intraprenderanno il percorso nella lingua straniera, metafora del percorso di crescita culturale e
personale. Perché senza la cultura, ricorda l’attore, riferendo le parole della
sua mamma, quella vera, “non si va da nessuna parte”.
E dopo lo stuzzicante rap sui verbi irregolari, gioia e
dolore di ogni studente, il coinvolgimento sul palco di alunne, alunni e
docenti, simpaticamente prestatisi ad intervenire in una parodia di “Grease” e,
alla fine, scherzosamente interrogati dal
protagonista in inglese.
Applausi, in chiusura, e la promessa di rivedersi per uno
spettacolo, stavolta incentrato sui “social networks” e la loro influenza
prodigiosa, ma spesso nefasta sul nostro vivere quotidiano.