BENEVENTO - Uno degli attori
italiani popolari più amati è sicuramente Lino Banfi, ospite della penultima
serata del BCT, il festival del Cinema e della Televisione di Benevento.
L’attore pugliese, accompagnato da moglie e cagnolina al seguito, si è
raccontato al folto pubblico di piazza Roma, intervistato dal giornalista Sky,
Alessio Viola. Un viaggio attraverso la verve e la simpatica di colui che è
stato il commissario Lo Gatto, oppure il commissario Auricchio in “Fracchia la
belva umana” ed il recente Nonno Libero. Ad inizio incontro la sorprendente
chiamata
affettuosa di Renzo Arbore, grande amico di Banfi. Gli aneddoti e le
curiosità legate al cambio di nome, suggeritogli dall’immenso Totò, quindi
Pasquale Zagaria divenne Lino Zaga e poi definitivamente Lino Banfi. Successi
accumulati in oltre 100 film, con traguardi rilevanti. A quasi 81 anni la
vitalità e la carica non mancano, cosi come l’allegria e la capacità di
mettersi a nudo, dimostrandosi un attore che ha abbracciato tre generazioni di
italiani. Un pensiero affettuoso ai colleghi, amici di una vita, oramai
deceduti: Franco e Ciccio, Nino Manfredi, Nino Taranto e Paolo Villaggio. “Nel
1954 questo giovane del Sud si trasferì a Milano in cerca di fortuna nel mondo
dello spettacolo”. Banfi ha elogiato le tante amicizie cementate nel corso
della sua lunga carriera, quindi “vuol dire che ho seminato bene”. Il legame
con la sua famiglia e le smentite riguardo la sua morte, già avvenuta secondo
alcuni giornali, e le condizioni precarie di salute di sua moglie Lucia. Poi un
augurio al Benevento Calcio giunto in serie A: “Tiferò per voi nel derby contro
il Napoli”.
n seguito è
intervenuto Antonio Saccone, docente ordinario di letteratura italiana moderna
e contemporanea all'Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha
analizzato le caratteristiche tecniche ed i registri linguistici di
riferimento. Sul palco a fine serata il sindaco Mastella per la consegna del
Premio “Noce d’Oro”. Spostandoci di quale centinaio di metri, in piazza
Castello, era presente il vero cantore del Sud, Eugenio Bennato, il quale ha
incantato il pubblico beneventano con il suo concerto “Sinfonia di un
Brigante”. L’evento, nell’ambito del BCT, organizzato dall'Università del
Sannio e dall’associazione Cadmus, è stato un omaggio al defunto Carlo D'Angiò,
amico e collega di Bennato. Insieme fondarono la Nuova Compagnia di Canto
Popolare e i Musicanova. Sul palco anche il sestetto vocale “Le voci del Sud”,
accompagnato dai maestri Erasmo Petringa al violoncello e Angelo Cioffi al
piano.
Tanti giovani a
ballare e cantare le canzoni più note del cantautore partenopeo, un vero
brigante: “Sponda Sud”, “Ritmo di Contrabbando”, “Balla la nuova Italia”,
“Riturnella”, “Che il mediterraneo sia”, “Grande Sud”, “Taranta Power”, “Ninco
Nanco”, “Brigante se more”, “Questione meridionale”, “Mille”, e tante altre. Un
repertorio straordinario, anima di quel grido del Sud che non si arrende e che
produce qualità da secoli, invitando in musica, nel contempo, a rivedere la
storia negata dell’Unità d’Italia. A notte fonda l’omaggio a Pino Daniele.