Marco Passiglia (foto Facebook) |
di Maria Ricca
BENEVENTO - Teatro
leggero, intuizioni intelligenti , grande comunicativa e ritmo incalzante…Fare
cabaret e farlo bene, ispirare risate di gusto, senza cadere nei luoghi comuni,
anzi di quelli servirsi per ripartire e far scattare in ciascuno il riconoscimento
di caratteri e situazioni, non è per nulla facile.
La
sera di Santo Stefano è stata, così, felice occasione per l’abile Marco
Passiglia, comico, musicista e cantante
romano, vincitore del “Premio Troisi” e di “BravoGrazie”, interprete di “Colorado
Cafè”, di spettacoli ironici su Rai e Sky, per
convincere l’esigente pubblico del
Magnifico Teatro di via Fimbro, della possibilità di divertirsi, godendo di un
intelligente cabaret.
Un’ora
di parole e musica, valse a smascherare vizi e a celebrare virtù dell’italiano
medio, toccando via via i temi della vita di coppia e delle incomprensioni
uomo-donna, di un’infanzia piena di complessi, fra babbo severo e madre devota,
ma irremovibile, della Tv che inebetisce e ti costringe ad avere per forza
un’opinione su tutto, dell’ossessione per la bellezza e di quella per il
veganesimo, passando per gli immancabili (e finti!) rapporti d’amicizia,
stabiliti sui social.
Lo
spettacolo di Passiglia rientra fra quelle scelte artistiche che lasciano
ipotizzare, per il futuro, la possibilità di una vera crescita per “GIOvediamoci”, la rassegna nella rassegna del Magnifico
Teatro, diretta da Giovanni Perfetto, che ha saputo individuare gli interpreti
di questo primo cartellone di cabaret fra i nomi emergenti più interessanti del
settore.
Applausi
anche per il “nostro” Carmine Del Grosso, umorista sannita, che ha “scaldato”
il pubblico, prima dell’intervento di Passiglia, rivelando i “dietro le quinte” dei programmi
tv più seguiti.
Prossimo
appuntamento con la rassegna “Magnifico Teatro” del “Magnifico Visbaal”, diretto
dall’attore e regista Peppe Fonzo, per venerdì 12 e sabato 13 gennaio, con
Nadia Perciabosco ed “Il Buco”, monologo
tragicomico, che utilizza diversi registri di umorismo, da quello
psicoanalitico di matrice anglosassone al ritmo concitato del cabaret.