di Maria Ricca
BENEVENTO - Napoli dai mille volti, una città disperata e laida, grottesca e maledetta, eppure affascinante oltre ogni misura.
Prigionieri nella claustrofobica condizione della drammatica realtà della propria esistenza, Roberto Solofria e Sergio Del Prete, di "Mutamenti/Teatro Civico 14" danno corpo e cuore a due dolenti ragazzi di vita, che affrontano ogni giorno il mondo, fra sordida prosa ed inestinguibile volontà di sognare.
Al Magnifico Teatro del Magnifico Visbaal il 2017 si è chiuso cosí, con "Chiromantica ode agli abbandonati amori" , su testi di Moscato, Patroni Griffi, Ruccello, Silvestri. Prossimo appuntamento il 12 e 13 gennaio, con "Il Buco" e Nadia Pierciabosco. Torna anche il cabaret, a dicembre, con un ulteriore appuntamento, sempre curato da Giovanni Perfetto.
Molti applausi, platea strapiena, grande attenzione per la rinnovata realtà di vico Fimbro, che si conferma polo di qualità.
E sognano sí, le due figure amare che si muovono come leoni in gabbia, fra le sbarre in scena. Sognano di incontrare persone sincere, che le facciano emozionare sul serio, si illudono di poter ritrovare quello sguardo d' amore una sola volta incrociato e poi per sempre perduto, cadono vittime infelici di virili energumeni, che poi non esitano a rinnegarle.
E l' immonda Partenope, con l'infame azzurro arenile, continuamente evocata, resta a guardare, forse sghignazza. Non c'è speranza. Non piú.