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21/10/18

LIBRI - "Teatro" di Angela Di Maso, dieci drammaturgie per raccontare di un'umanità dolente e disincantata, in cerca di riscatto

di Maria Ricca

BENEVENTO - Un teatro del "minimalismo", un teatro "di parola", in cui l'elemento essenziale è la vocalità, che rende ridondante ogni gestualità , nella pienezza delle espressioni verbali. E' quello concettualmente fortissimo di Angela Di Maso, che in dieci drammaturgie racconta un'umanità dolente, con la più spietata e cruda delle analisi. 
"Teatro", appunto, è il titolo del volume, per i tipi delle edizioni Guida, prefazioni di Pupi Avati e di Enzo Moscato, recentemente insignito del Premio Franco Enriquez, e presentato ieri alla Rocca dei Rettori di Benevento dall'Associazione Culture e Letture, di cui è vicepresidente la giornalista ed operatrice culturale Elide Apice, che ha introdotto i lavori e illustrato le qualità dell'opera e dell'Autrice.  
Gli atti unici proposti, plurirappresentati in Italia,  sono "Ecce Virgo", "Il catalogo", "Primo Amore", "L'acquario", "Il Maestro di Musica", "Guardami", "Miserere", "L'alluce", "Maiali", "L'uomo perfetto". 

Cosa succede, si chiede la giornalista, drammaturga,  musicista, all'animo umano, quando non è amato? Quando si attua quella profonda rottura fra umanità e spiritualità che dev'essere alla base delle nostre vite?
La risposta è nei comportamenti dei protagonisti di queste pièces, tipica espressione di un teatro contemporaneo, sulla scia di Enzo Moscato ed Annibale Ruccello, che analizza nel profondo e quasi "scarnifica" le anime.  E non c’è schermo tra questa umanità nuda e lo spettatore che, incredulo, diventa sempre più consapevole della vera natura dei personaggi raffigurati.
Così, dopo l’impressione profonda ricevuta, il lettore non può impedirsi di provare un sentimento misto, fra inquietudine e smania poi, quasi piacere,  di andare a fondo in ciascuna delle vicende.
Come fosse vittima del senso del “sublime”, per dirla con Burke, quel misto tra paura e desiderio, che si prova di fronte a qualcosa che tocca le più intime corde, scandalizzando ed appassionando insieme.
Perversioni e linguaggio forte non sono risparmiate.
“Ecce Virgo”, recentemente rappresentata al teatro Elicantropo di Napoli (prossimamente, a marzo, al teatro "La Giostra") con grande successo di pubblico e di critica, fino a determinare, come notato da certa stampa del settore, un "caso Di Maso", c’è  la storia di una monaca di clausura, che in confessione, svela voglie e peccati, la seduzione e l’inganno da lei perpetrati ai danni di una giovane donna che le si rivolge per aver conforto, poiché i genitori vorrebbero condannarla ad un matrimonio senza amore.
Non solo la Clarissa non ha remore ad essere una consigliera fraudolenta, ma, addirittura seduce il vero amore della giovane, sostituendosi a lei.
E il Frate che la confessa, come si scoprirà, non è da meno.
“Miserere”, ancora, sembra  un   perverso  romanzo di formazione, che segue le vicende del protagonista, un Sacerdote corrotto,  dalla nascita alla morte, ripartendo dalla fine tragica, quando è ucciso, mescolando potentemente sacro e profano. 
Emerge qui una critica profonda alle ipocrisie di certa Chiesa, alle regole che sembrano fatte apposta per essere infrante e scatenare, cosi’ , per spirito di contraddizione, l’eccesso opposto.
I personaggi di “Primo Amore” sono un uomo ed una donna che si incontrano, grazie ad un primo contatto ottenuto su Internet. Lei è estremamente cinica. Segnata da una orribile malattia, appare completamente disincantata rispetto all’amore e brama solo la soddisfazione dei propri desideri.
Anche la famiglia è in crisi.
Eric e Rose si recano da Law, per acquistare, scegliendolo rigorosamente dal “Catalogo”, il bambino ideale. Litigano, naturalmente, ed è chiaro che, se non addiverranno ad una scelta, finalmente, i due si lasceranno.
All’inizio della vicenda sono ancora pieni di remore, poi, mano mano le perdono. Il venditore impiastriccia i loro volti di rossetto e i due, trasfigurati e finalmente cinici, come lo stesso “venditore” di bambini, diventano finalmente degni dell’atto terribile che stanno per compiere, perdendo ogni sensibilità.
C’è ancora una giustificazione, però, per questa umanità dolente. Le loro scelte nascono dalla sofferenza di una malattia, che ha reso insensibile la donna del “Primo Amore” e disperata la Rose, ormai sterile, del “Catalogo”, che tenta di diventare madre.
Comincia poi, però, una sorta di discesa agli inferi.
La perversione dei protagonisti esplode nella descrizione del rapporto incestuoso delle figure de "L’ Acquario" e nella fine orribile del figlio della colpa, divorato dai pesci, simbolo della famiglia criminale che li ha generati e che perisce a sua volta tra i fiumi dell’acido, venduta al clan rivale da quella stessa figlia, in una sorta di autodistruzione reciproca.
Sono storie di un’umanità corrotta, che si vende, come nel giovane operaio de “L’alluce”,  che si prostituisce, e nel padre di "Maiali", che favorisce gli incontri della figlia obesa con uomini di malaffare e ne approfitta a sua volta,  fino alla “madre”, tra virgolette, che crea "L'uomo perfetto", partorendo un bambino, per poi ottenerne un adulto, che sedurrà carnalmente, come una creatura da plasmare nelle sue mani. E  provocandone l’inevitabile suicidio.
Tutto sembra perduto, finché non si legge il dolcissimo  “Guardami”, ispirato a Filumena Marturano
Il mondo è laido e la miseria impone, non per vizio, ma per necessità, a chi non ha altre risorse, la prostituzione. Quando Filumena rimane incinta, chiede, però,  alla Madonna cosa fare. E la giovane prostituta, finalmente, si abbandona al desiderio di essere madre, un genitore migliore di quello che per lei suo padre era stato. E nel riferirsi alla Madonna, guardandosi alla specchio, sembra esserci anche per Filumena una sorta di purificazione e di elevazione.
Solo la Musica sembra acquisire qui, infine, un valore salvifico, grazie ad un personaggio particolarissimo, protagonista di una delle pièces, posta lì quasi ad intermezzo. 
"Il Maestro di Musica", appunto, è l’arte che si fa genialità e desiderio di essere utile al prossimo. Anche qui, però, il protagonista, omosessuale sensibile ed estroso, è allontanato dal Conservatorio in cui insegna, per sospetto reato di pedofilìa. Ritorna quindi il disagio esistenziale.
Ma la protagonista è l'arte delle sette note, a cui Angela Di Maso, musicista, che prima compone e poi codifica i suoni in parole,  rende uno splendido omaggio.