di Maria Ricca
BENEVENTO - Un
teatro del "minimalismo", un teatro "di parola", in cui
l'elemento essenziale è la vocalità, che rende ridondante ogni
gestualità , nella pienezza delle espressioni verbali. E' quello
concettualmente fortissimo di Angela Di Maso, che in dieci drammaturgie
racconta un'umanità dolente, con la più spietata e cruda delle analisi.
"Teatro",
appunto, è il titolo del volume, per i tipi delle edizioni Guida, prefazioni di
Pupi Avati e di Enzo Moscato, recentemente insignito del Premio Franco
Enriquez, e presentato ieri alla Rocca dei Rettori di Benevento
dall'Associazione Culture e Letture, di cui è vicepresidente la giornalista ed
operatrice culturale Elide Apice, che ha introdotto i lavori e illustrato le qualità dell'opera e dell'Autrice.
Gli atti unici
proposti, plurirappresentati in Italia, sono "Ecce Virgo",
"Il catalogo", "Primo Amore", "L'acquario",
"Il Maestro di Musica", "Guardami", "Miserere",
"L'alluce", "Maiali", "L'uomo perfetto".
Cosa succede, si chiede la giornalista, drammaturga, musicista, all'animo umano, quando non è amato? Quando si attua quella profonda rottura fra umanità e spiritualità che dev'essere alla base delle nostre vite?
La risposta è nei
comportamenti dei protagonisti di queste pièces, tipica espressione di un
teatro contemporaneo, sulla scia di Enzo Moscato ed Annibale Ruccello, che
analizza nel profondo e quasi "scarnifica" le anime. E non c’è
schermo tra questa umanità nuda e lo spettatore che, incredulo, diventa sempre
più consapevole della vera natura dei personaggi raffigurati.
Così, dopo
l’impressione profonda ricevuta, il lettore non può impedirsi di provare un
sentimento misto, fra inquietudine e smania poi, quasi piacere, di andare
a fondo in ciascuna delle vicende.
Come fosse
vittima del senso del “sublime”, per dirla con Burke, quel misto tra paura e
desiderio, che si prova di fronte a qualcosa che tocca le più intime corde,
scandalizzando ed appassionando insieme.
Perversioni e
linguaggio forte non sono risparmiate.
“Ecce Virgo”,
recentemente rappresentata al teatro Elicantropo di Napoli (prossimamente, a
marzo, al teatro "La Giostra") con grande successo di pubblico e di
critica, fino a determinare, come notato da certa stampa del settore, un
"caso Di Maso", c’è la storia di una monaca di clausura, che in
confessione, svela voglie e peccati, la seduzione e l’inganno da lei perpetrati
ai danni di una giovane donna che le si rivolge per aver conforto, poiché i
genitori vorrebbero condannarla ad un matrimonio senza amore.
Non solo la
Clarissa non ha remore ad essere una consigliera fraudolenta, ma, addirittura
seduce il vero amore della giovane, sostituendosi a lei.
E il Frate che la
confessa, come si scoprirà, non è da meno.
“Miserere”,
ancora, sembra un perverso romanzo di formazione, che
segue le vicende del protagonista, un Sacerdote corrotto, dalla nascita
alla morte, ripartendo dalla fine tragica, quando è ucciso, mescolando
potentemente sacro e profano.
Emerge qui una
critica profonda alle ipocrisie di certa Chiesa, alle regole che sembrano fatte
apposta per essere infrante e scatenare, cosi’ , per spirito di contraddizione,
l’eccesso opposto.
I personaggi
di “Primo Amore” sono un uomo ed una donna che si incontrano, grazie ad un
primo contatto ottenuto su Internet. Lei è estremamente cinica. Segnata da una
orribile malattia, appare completamente disincantata rispetto all’amore e brama
solo la soddisfazione dei propri desideri.
Anche la famiglia
è in crisi.
Eric e Rose si
recano da Law, per acquistare, scegliendolo rigorosamente dal “Catalogo”, il
bambino ideale. Litigano, naturalmente, ed è chiaro che, se non addiverranno ad
una scelta, finalmente, i due si lasceranno.
All’inizio della
vicenda sono ancora pieni di remore, poi, mano mano le perdono. Il venditore
impiastriccia i loro volti di rossetto e i due, trasfigurati e finalmente cinici,
come lo stesso “venditore” di bambini, diventano finalmente degni dell’atto
terribile che stanno per compiere, perdendo ogni sensibilità.
C’è ancora una
giustificazione, però, per questa umanità dolente. Le loro scelte nascono dalla
sofferenza di una malattia, che ha reso insensibile la donna del “Primo Amore”
e disperata la Rose, ormai sterile, del “Catalogo”, che tenta di diventare
madre.
Comincia poi,
però, una sorta di discesa agli inferi.
La perversione
dei protagonisti esplode nella descrizione del rapporto incestuoso delle figure
de "L’ Acquario" e nella fine orribile del figlio della colpa,
divorato dai pesci, simbolo della famiglia criminale che li ha generati e che
perisce a sua volta tra i fiumi dell’acido, venduta al clan rivale da quella stessa
figlia, in una sorta di autodistruzione reciproca.
Sono storie di
un’umanità corrotta, che si vende, come nel giovane operaio de
“L’alluce”, che si prostituisce, e nel padre di "Maiali", che
favorisce gli incontri della figlia obesa con uomini di malaffare e ne
approfitta a sua volta, fino alla “madre”, tra virgolette, che crea
"L'uomo perfetto", partorendo un bambino, per poi ottenerne un
adulto, che sedurrà carnalmente, come una creatura da plasmare nelle sue mani.
E provocandone l’inevitabile suicidio.
Tutto sembra
perduto, finché non si legge il dolcissimo “Guardami”, ispirato a
Filumena Marturano
Il mondo è laido
e la miseria impone, non per vizio, ma per necessità, a chi non ha altre
risorse, la prostituzione. Quando Filumena rimane incinta, chiede, però,
alla Madonna cosa fare. E la giovane prostituta, finalmente, si abbandona
al desiderio di essere madre, un genitore migliore di quello che per lei suo
padre era stato. E nel riferirsi alla Madonna, guardandosi alla specchio, sembra
esserci anche per Filumena una sorta di purificazione e di elevazione.
Solo la Musica
sembra acquisire qui, infine, un valore salvifico, grazie ad un personaggio
particolarissimo, protagonista di una delle pièces, posta lì quasi ad
intermezzo.
"Il Maestro
di Musica", appunto, è l’arte che si fa genialità e desiderio di
essere utile al prossimo. Anche qui, però, il protagonista, omosessuale
sensibile ed estroso, è allontanato dal Conservatorio in cui insegna, per
sospetto reato di pedofilìa. Ritorna quindi il disagio esistenziale.
Ma la
protagonista è l'arte delle sette note, a cui Angela Di Maso, musicista, che
prima compone e poi codifica i suoni in parole, rende uno splendido
omaggio.