PARLIAMO DI...


06/07/20

RIFLESSIONI - Nord, Sud e quell' amaro, irrisolto dissidio fra culture e mentalità


Riceviamo e pubblichiamo: 

L’Italia, “la donna più bella”, con il suo magnifico tricolore, eppure non è ancora unita.
Con il Covid si è parlato di solidarietà, di umanità, ma silenziosamente un nemico si è annidato più pericoloso che mai,  “Il contrasto tra Nord e Sud”.
Il Meridione, “Napoli”, è protagonista di continue offese . Gli abitanti del Meridione sono “Suonatori di mandolini”, “Parcheggiatori” e soprattutto “Inferiori”.
Eduardo De Filippo, infatti, non era altro che un suonatore di mandolino, il povero Pirandello, per poche lire, sorvegliava le zappe degli agricoltori, Quasimodo non si sa.
Verga, con molta fatica, invece, era il parcheggiatore delle barche di Acitrezza.
Non eravamo inferiori quando avevamo i migliori pastifici, le cartiere, industrie navali e no, non eravamo inferiori quando Giolitti con i soldi del Meridione partecipò alla industrializzazione del fatidico, operoso “Nord”.
Noi abbiamo la “camorra”, noi siamo una massa di camorristi, eppure i migliori storici, i migliori filosofi sono del nostro povero paese umiliato, mortificato, etichettato in stereotipi fissi da anni.
Non è cambiato molto, anzi nulla. Il Nord è la locomotiva dell’Italia, il Meridione la ruota di scorta.
Eppure i Meridionali con pochi euro in tasca, passeggiando per via Caracciolo e Mergellina, osservando quel mare, gloriandosi per quel sole, sono contenti. Forse questa è la vera differenza tra Nord e Sud.
L’uomo del Nord è manager, è cosmopolita, è super attivo. L’uomo del Sud è semplicemente un uomo che vuole un lavoro per la sua dignità, per portare avanti la sua famiglia, e non avendo questo sacrosanto diritto “si arrangia”. Questa è l’amara verità. Eppure il Covid ha rivelato che non tutto è perfetto nel progredito Nord.
La maggior parte dei poveri meridionali tengono in casa i propri anziani con tanti sacrifici, qualcuno potrebbe obiettare: dato che non lavorano, affidano i loro genitori a volte anche ai loro figli. Comunque si nota un rancore insito, assopito, ma mai veramente stroncato tra il Nord e il Meridione.
Che tristezza! Noi docenti dobbiamo spiegare il Risorgimento, l’Unità d’Italia, ma dove sta questa unità?
Se accade qualcosa a Napoli, qualsiasi cosa, gli occhi di tutti i mass media sono rivolti al fatto.
Nel Nord sono tutti Santi, nel Sud tutti demoni.
Si inquadrano i poveri quartieri spagnoli, ma non via Petrarca, via Orazio. Sembra che anche i mass media partecipino a questa sottile, impercettibile, ma continua diversità.
Sono una docente “inferiore” e dico basta a queste angherie, offese. Il Meridione ha una sua dignità, la sua gente che ha saputo inventarsi i più disparati lavori per sopravvivere.
Napoli, come scriveva Matilde Serao, è il “Paese della Cuccagna”, una cuccagna amara. “ ‘A tazzulella ‘e cafè” è necessaria per iniziare la giornata, per comunicare, perché il napoletano è comunicativo, è empatico, è sanguigno, ha una sua identità, è quello che canta i drammi delle famiglie, i giovani allo sbando, il lavoro che non c’è. Il Napoletano è quello che non si arrende, che non può arrendersi davanti agli ostacoli quotidiani, ha una vitalità infinita e sa pure leggere e scrivere e capisce. Non è affatto inferiore, sia per cultura e sia per strato sociale.
E allora che la Locomotiva avanzi, ma senza le ruote, credo che non andrà avanti.

Una docente “Inferiore"