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30/09/21

TEATRO - Torna la Napoli di Viviani, disperata e grottesca, nell'ironica e disincantata lettura di Nello Mascia

 


di Maria Ricca

NAPOLI - Chiaroscuri e clima agrodolce, quelli in cui si muovono le figure dolenti e disincantate di  “via Partenope” e “Toledo di Notte”, il progetto dell’attore e regista Nello Mascia, seconda parte del suo lavoro sui testi di Viviani, approdato al Trianon, con successo di pubblico e di critica, dopo il dispiacere per non aver potuto, inspiegabilmente, utilizzare gli spazi di Piazza Plebiscito, dove l’allestimento era inizialmente previsto.

Interessanti le caratterizzazioni dei personaggi,  via via apparsi sullo sfondo della Napoli elegante, quella che si ritrova a via Partenope dopo gli spettacoli teatrali, e che fra lustrini e cene, si muove tra l’inganno della superficie e la verità degli scugnizzi. E loro si mescolano ai signori, sfuggono alle guardie, e tentano in ogni modo di sbarcare il lunario, ma quando si presenta loro l’occasione di cambiar vita, grazie alla compassione del “Mesié” americano di turno, che offre loro un lavoro, si accontentano della mancia del momento e rifiutano responsabilità, preferendo la vita per strada e l’imprevedibilità della sorte, forti di giovinezza e sfrontatezza.  Salvo poi ritrovarsi, a via Toledo di Notte, con qualche anno di più e le vesti stracciate dall’usura, a sognare addirittura un posto al fresco delle carceri, dove comunque si è vestiti e nutriti dallo Stato, barattando quella “libertà”, in cui non credono più ormai, per un tozzo di pane, un bicchiere di acqua ed un riparo sicuro.

E’ emersa poi, nella seconda parte dell’opera, con caratterizzazione volutamente grottesca, l’immortale figura di “Bammenella”, l’indomita prostituta dei quartieri, che, a dispetto della sfrontatezza di cui si fa scudo, ama profondamente il suo uomo ed è disposta per lui a qualsiasi sacrificio ed atto di furbizia.

Per una volta, però, più che sul suo personaggio sfacciato, ma dolente, l’obiettivo è puntato sull’oggetto di tanto amore, quel “guappo”, che affronta le autorità, forte anche dell’appoggio di lei, del “revolver”, che sapientemente nasconde nelle sue gonne, all’occorrenza.

Una lettura ironica, culminata nel duello fittizio tra i due “galli di combattimento”, ben vestiti,  lui, appunto, e l’ex compagno di “Bammenella”, “guappo” a sua volta, appena uscito da galera, in cui nessuno prende sostanzialmente l’iniziativa. Un confronto ridicolo, che termina in un valzer di strada tra gli affiliati, uomini e donne di entrambe le parti, ed in cui soccombe il povero, rassegnato e disincantato “cafettiere”, interpretato dallo stesso Nello Mascia. E' solo lui a pagare il conto,  dopo aver percorso in lungo ed in largo i quartieri, per vendere sigarette, caffè imbevibile, anice e rum, senza guadagnare che pochi spiccioli, “messo in mezzo” ed arrestato per possesso di armi. Quelle che i due delinquenti lasciano scivolare nella sua povera cassetta di alimenti.

 Il dado è tratto, tutto è compiuto, nel trionfo dell’arte di arrangiarsi e dello sfuggire all’ordine costituito. Ottime tutte le professionalità attoriali coinvolte,  Daud Afzal, Rossella Amato, Matteo Biccari, Ciro Cascino, Peppe Celentano, Gianluca d’Agostino, Francesco Del Gaudio, Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Chiara Di Girolamo, Roberto Giordano, Pierluigi Iorio, Roberto Mascia, Massimo Masiello, Matteo Mauriello, Simone Mazzella, Ciccio Merolla, Ivano Schiavi, Daniela Sponzilli e Imma Tammaro. Incisivo il commento musicale di Ciro Cascino e Ciccio Merolla.

Applausi infine, per uno spettacolo che si spera di poter rivedere in molte repliche,  finalmente nella sede inizialmente prescelta.