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27/11/21

INCONTRI - Lo scrittore Maurizio De Giovanni e la psicoterapeuta Maddalena Cialdella dibattono sulla violenza di genere


di Maria Ricca

SAN GIORGIO A CREMANO - Le storie di Maurizio De Giovanni colpiscono l’immaginario, perché raccontano lo straordinario nell’ordinario, scavando nel profondo dei sentimenti. E lo scrittore, con la sensibilità che  gli è propria, quando è invitato a farlo, non si sottrae, infatti,  al dibattito sui temi più crudi dell’attualità. Accolto con grande simpatia, lo scrittore, che non si è sottratto all’affetto dei fan, ai selfie e agli autografi sui romanzi freschi di stampa, ha partecipato in Villa Bruno, a San Giorgio Cremano, al dibattito sul tema della Violenza di genere, promosso nell’ambito di un ciclo di incontri sul tema, "Nemmeno con un dito", con il fattivo contributo de “La Bottega delle Parole”. Con lui la psicoterapeuta Maddalena Cialdella, Ctu dei Tribunali di Roma. L'incontro è stato moderato dall'operatrice culturale Oriana Russo. In sala docenti, dirigenti scolastiche ed una delegazione di studenti del Liceo "Urbani", sempre attivi nella partecipazione ad iniziative culturali e di attualità, con le professoresse Loredana Di Franco e Maria De Marinis. 

“Incontri bellissimi questi – ha sottolineato De Giovanni – confronti che danno forza, ma è importante passare dalla teoria alla pratica, dai concetti astratti al racconto delle storie di chi ha sofferto e soffre. Sono le storie che impressionano l’uditorio e sono uno strumento, se raccontate nei carceri minorili e nelle scuole, per educare i giovani  a capire. La violenza è appunto una serie ininterrotta di vicende, è una malattia sociale, ha causa e sintomi. Trattare il sintomo è corretto, però la guarigione dalla malattia non può essere che culturale, e quindi occorre mostrare ai giovani nuove prospettive, indurli ad un cambio di mentalità, perché rifiutino la cultura del possesso, che è una croce. “ La psicoterapeuta Ciardella ha posto l’accento sulle quattro fasi del ciclo della violenza che una donna vittima di abusi attraversa con il suo carnefice: la tensione, prima dell’atto violento, poi l’esplosione del conflitto, quindi la luna di miele, che coincide con le scuse da parte di lui, infine la riconciliazione. E poi tutto ricomincia. Ma non si tratta di un destino a cui non ci si può sottrarre. Tutt’altro. Bisogna, perciò,  fare alfabetizzazione emotiva nelle scuole, insegnare la tolleranza, e soprattutto le donne devono imparare ad essere più amiche delle donne e a non girarsi dall’altra parte o, peggio, a colpevolizzare chi soffre.

Infine il Sindaco Zinno e l’assessore alle Politiche Sociali Giordano hanno  sottolineato quanto fatto dal Comune, ovvero l’istituzione di un centro antiviolenza, di percorsi di protezione, di iniziative per coinvolgere scuole e associazioni. “Ma serve – hanno detto - una rivoluzione culturale, che, per certi versi  appare ancora lontana. E non bisogna mai smettere di lottare.”