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26/04/22

LA PRESENTAZIONE - Al via il 10 giugno il Campania Teatro Festival di Ruggero Cappuccio: la cultura come "ecologia" e "attrattore pulito"


"Ferito a morte" di La Capria, spettacolo-evento

Presentata questa mattina, presso la Sala Giunta della Regione, la quindicesima edizione del Campania Teatro Festival, diretta anche per questo 2022 da Ruggero Cappuccio, scrittore, regista, autore teatrale, interprete. 145 eventi, 52 debutti assoluti e 11 debutti nazionali in cartellone.  Fra le presenze più rilevanti, quella di Charlotte Rampling e Danieul Auteil, Alessandro Baricco, Paolo Hendel, Elio Germano, Serena Senigaglia, Lello Arena, Remo Girone, Vinicio Marchioni. Programma completo su www.campaniateatrofestival.it. 

A Ruggero Cappuccio, naturalmente,  il compito di presentare nei dettagli l’iniziativa complessa, ambiziosa e di straordinario livello culturale che partirà il 10 gugno con lo spettacolo di Lina Sastri  nel cortile della Reggia di Capodimonte e terminerà il 12 luglio:  “Sarebbe stato davvero facile arretrare in questi anni di pandemia – ha sottolineato il direttore Cappuccio – ma abbiamo resistito, laddove altri Festival in questi anni hanno dovuto segnare il passo, come Edimburgo e Avignone, e  in Italia poco o niente c’è del genere. Questo per il Sud è qualcosa che va al di là del concetto record. E’ importante – ha ribadito – continuare a realizzare questo Festival perché dà lavoro a 1800 persone, perché i Festival nello Stivale sono tutti in crisi e solo qui le compagnie di teatro in Italia hanno la possibilità di andare in scena, di debuttare. E’ importante perché la cultura è “attrattore pulito” con 10 mila presenze turistiche qualificate ed educate, che lo frequentano, è un Festival che metterà l’ ecologia al centro, in tutti i sensi, a partire dalla carta su cui sono stampati i biglietti (popolarissimi i prezzi di ingresso), ai mezzi di locomozione elettrica. Si chiamerà,  infatti, "Fifteen is green". Partner saranno Rai 5 e Radio tre, e il Festival si estenderà a   Pompei, Salerno, Caserta, Pietrelcina, e in altri luoghi della città di Napoli, da Ponticelli alla Sanità”. Il Campania Teatro Festival è apprezzato in Italia, ma anche all’estero, con presenza di Tv e giornalisti stranieri e conterà quest’anno l’ 85% delle  messinscene fondato su autori contemporanei, diventando  luogo di esercizio per nuovi drammaturghi. “Un Festival che vuole essere con il teatro – ha concluso Cappuccio - l’ultimo “inferno” di cui disponiamo, l’unico strumento, l’ultima guida verso la libertà di pensiero. Ma bisogna avere la capacità di lasciarsi trasportare e di abbandonarsi con coraggio al “naufragio della ragione”, nel segno delle dinamiche dell’arte e del  teatro, per risalire la china.”

L’amministratore unico della Fondazione Campania dei Festival Alessandro Barbano ha in apertura ricordato come la rassegna abbia difeso il suo diritto-dovere di parlare durante la stagione cupa della pandemia per volontà politica della Regione, ribadendo che il “valore della cultura è terapeutico, risveglia le coscienze e la comunità operante. La funzione del Teatro è proclamare la verità nel rapporto tra parola e memoria e la cultura consente di affrontare ciò che accade, con maggiore consapevolezza. La Fondazione lavora con una “chimica virtuosa”, fatta di operatori generosi che tengono il fuoco dell’arte sempre acceso”.

Il Direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, nel cui Bosco si terranno gli eventi principali del Festival, ha a sua volta ricordato come all’inizio la collaborazione con la rassegna fosse un sogno, poi sia diventata una sfida e quest’anno sia ormai tradizione. Un matrimonio naturale per un evento che riempie di orgoglio culturale.

Roberto Andò, regista, autore e direttore del Mercadante,  ha sottolineato la straordinaria collaborazione con Cappuccio, con il quale di volta in volta  si è trovato l’accordo per tenere alta l’asticella e le ambizioni del Festival con progetti internazionali . Da ricordare quello che vedrà la luce in settembre con la presentazione in versione teatrale di “Ferito a morte”, il romanzo di Raffaele La Capria, che in autunno compirà cento anni, in uno  sguardo europeo che parte da Napoli,  perché nel suo intreccio di voci rappresenta la città  come metafora del mondo, dissipando lo spettro della grande “occasione mancata”.

Infine il presidente della Regione Vincenzo De Luca, che ha ribadito la determinazione politica della Regione Campania, perché ha voluto, in questi anni, conservare l’attenzione alle politiche sociali e al capitolo della cultura, finanziando un Festival che è “motivo di orgoglio e distinzione per il suo programmma vasto e per la sua multidisciplinarietà e diffusione territoriale, un po’ la griglia che raccorda tutto quello che si muove nel campo della cultura della nostra regione.”