"Ferito a morte" di La Capria, spettacolo-evento
Presentata questa mattina, presso la Sala Giunta della Regione, la quindicesima edizione del Campania Teatro Festival, diretta anche per questo 2022 da Ruggero Cappuccio, scrittore, regista, autore teatrale, interprete. 145 eventi, 52 debutti assoluti e 11 debutti nazionali in cartellone. Fra le presenze più rilevanti, quella di Charlotte Rampling e Danieul Auteil, Alessandro Baricco, Paolo Hendel, Elio Germano, Serena Senigaglia, Lello Arena, Remo Girone, Vinicio Marchioni. Programma completo su www.campaniateatrofestival.it.
A Ruggero Cappuccio, naturalmente, il compito di presentare nei dettagli l’iniziativa
complessa, ambiziosa e di straordinario livello culturale che partirà il 10
gugno con lo spettacolo di Lina Sastri
nel cortile della Reggia di Capodimonte e terminerà il 12 luglio: “Sarebbe stato davvero facile arretrare in
questi anni di pandemia – ha sottolineato il direttore Cappuccio – ma abbiamo
resistito, laddove altri Festival in questi anni hanno dovuto segnare il passo,
come Edimburgo e Avignone, e in Italia
poco o niente c’è del genere. Questo per il Sud è qualcosa che va al di là del
concetto record. E’ importante – ha ribadito – continuare a realizzare questo
Festival perché dà lavoro a 1800 persone, perché i Festival nello Stivale sono
tutti in crisi e solo qui le compagnie di teatro in Italia hanno la possibilità
di andare in scena, di debuttare. E’ importante perché la cultura è “attrattore
pulito” con 10 mila presenze turistiche qualificate ed educate, che lo
frequentano, è un Festival che metterà l’ ecologia al centro, in tutti i sensi,
a partire dalla carta su cui sono stampati i biglietti (popolarissimi i prezzi
di ingresso), ai mezzi di locomozione elettrica. Si chiamerà, infatti, "Fifteen is green". Partner saranno Rai 5 e Radio
tre, e il Festival si estenderà a Pompei,
Salerno, Caserta, Pietrelcina, e in altri luoghi della città di Napoli, da
Ponticelli alla Sanità”. Il Campania Teatro Festival è apprezzato in Italia, ma
anche all’estero, con presenza di Tv e giornalisti stranieri e conterà quest’anno l’ 85% delle messinscene fondato su autori contemporanei, diventando
luogo di esercizio per nuovi
drammaturghi. “Un Festival che vuole essere con il teatro – ha concluso
Cappuccio - l’ultimo “inferno” di cui disponiamo, l’unico strumento, l’ultima
guida verso la libertà di pensiero. Ma bisogna avere la capacità di lasciarsi
trasportare e di abbandonarsi con coraggio al “naufragio della ragione”, nel
segno delle dinamiche dell’arte e del teatro, per risalire la china.”
L’amministratore unico della Fondazione Campania dei
Festival Alessandro Barbano ha in apertura ricordato come la rassegna abbia
difeso il suo diritto-dovere di parlare durante la stagione cupa della pandemia
per volontà politica della Regione, ribadendo che il “valore della cultura è
terapeutico, risveglia le coscienze e la comunità operante. La funzione del
Teatro è proclamare la verità nel rapporto tra parola e memoria e la cultura
consente di affrontare ciò che accade, con maggiore consapevolezza. La
Fondazione lavora con una “chimica virtuosa”, fatta di operatori generosi che
tengono il fuoco dell’arte sempre acceso”.
Il Direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger, nel
cui Bosco si terranno gli eventi principali del Festival, ha a sua volta
ricordato come all’inizio la collaborazione con la rassegna fosse un sogno, poi
sia diventata una sfida e quest’anno sia ormai tradizione. Un matrimonio
naturale per un evento che riempie di orgoglio culturale.
Roberto Andò, regista, autore e direttore del Mercadante, ha sottolineato la straordinaria collaborazione
con Cappuccio, con il quale di volta in volta si è trovato l’accordo per tenere alta l’asticella
e le ambizioni del Festival con progetti internazionali . Da ricordare quello
che vedrà la luce in settembre con la presentazione in versione teatrale di “Ferito
a morte”, il romanzo di Raffaele La Capria, che in autunno compirà cento anni,
in uno sguardo europeo che parte da
Napoli, perché nel suo intreccio di voci
rappresenta la città come metafora del
mondo, dissipando lo spettro della grande “occasione mancata”.
Infine il presidente della Regione Vincenzo De Luca, che ha ribadito la determinazione politica della Regione Campania, perché ha voluto,
in questi anni, conservare l’attenzione alle politiche sociali e al capitolo
della cultura, finanziando un Festival che è “motivo di orgoglio e distinzione per
il suo programmma vasto e per la sua multidisciplinarietà e diffusione
territoriale, un po’ la griglia che raccorda tutto quello che si muove nel
campo della cultura della nostra regione.”