Debuttano da Napoli a Benevento i percorsi drammaturgici di Vesuvioteatro, coordinati da Baffi e Di Palma
di Maria Ricca
Storie
di “Donne”. Curiose, intimorite, infelici, capricciose, desiderose di emozioni,
irriverenti ed irrispettose, commosse…Sono fra le protagoniste dei “Racconti per
ricominciare”, la rassegna di percorsi teatrali nei siti del patrimonio della
Campania, dal 26 maggio al 12 giugno, progetto di Vesuvioteatro, con
coordinamento artistico di Giulio Baffi e Claudio Di Palma, che ha debuttato
contemporaneamente in più punti della realtà vesuviana e dal 27 maggio, per 2 fine settimana, a Benevento, con “Cechov
ora” della Solot, al Mulino Pacifico.
Nella
tappa di Villa Bruno, a cura di Luciano Melchionna, in scena fino al 5 giugno a
San Giorgio a Cremano, le attrici, guidate da una regia accorta alle sfumature
e ai minimi particolari, tessono le fila
di racconti, che sanno delineare personalità, spazi ed ambienti, con la sola
intensità delle interpretazioni e delle voci, senza alcun corredo scenico, a
parte l’intenso verde del paesaggio.
E
così Carla Ferraro ed Adele Vitale sono suocera e nuora ne “Il latrato”, il primo
dei “Tre sentieri per un lago” di Ingeborg Bachmann, poetessa dell’utopia. L’anziana
signora, sempre più timorosa, è in completa balia delle sue nevrosi e delle sue
paure, ed in perfetta soggezione di un figlio ingrato, ancorché grande medico
professionista. E’ soccorsa solo dalla pietà della nuora Francisca, che inorridisce
rispetto al comportamento del marito, fino a quando anche lei si zittisce e si
allontana, cedendo probabilmente alla volontà del coniuge, carnefice delle
proprie stesse radici.
Ci
si sposta in un altro anfratto dello splendido parco di Villa Bruno, per ascoltare
Chiara Baffi, nella storia della dolce Miranda, “candido angelo” per il marito
Joseph, volutamente miope ed incapace di guardare in faccia la realtà, che
affronta infatti senza l’opportuna correzione degli occhiali, che la
costringerebbero ad aprire gli occhi su un mondo troppo duro da sopportare. Meglio,
molto meglio restare avvolta nella nube delle tante diottrie che le mancano e
continuare a godersi il mondo così, semplicemente per sentito dire, fra
emozioni e stupori. E, infine, pur di non sopportare la crudezza e la realtà di
un inevitabile tradimento, spinge ella stessa il marito Joseph fra le braccia della
rivale Anastacia, autodistruggendosi tra
i cristalli di una porta a vetri, contro la quale va a sbattere
inevitabilmente, quasi rassegnata, conservando intatti i suoi “Occhi felici”.
Altro
scenario, altra vicenda, per i “Problemi, problemi” della capricciosa Beatrix,
ancora Carla Ferraro, stavolta nei panni di una irresistibile mantenuta,
refrattaria ad ogni impegno, tranne quello di farsi bella per se stessa, più
che per il proprio uomo, per nulla infelice nel ruolo di amante, sicuramente
meno impegnativo di quello di moglie ufficiale, che infatti tenta ripetutamente
il suicidio. Intensa voce narrante è Federica Carruba Toscano, che in pigiama
palazzo segue i percorsi intrecciati della folle e narcisista Beatrix, attraverso
una grottesca seduta in un centro di bellezza.
Applausi
e complimenti infine per le “Donne”, protagoniste del mondo della Bachmann, artistico e concettuale
insieme, tra il senso pieno della provvisorietà delle cose umane, e la voglia
comunque di continuare a combattere, in qualche modo, la propria battaglia.