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26/05/22

TEATRO - "Racconti per ricominciare": tappa a Villa Bruno con le "Donne" commosse e capricciose di Luciano Melchionna

Debuttano da Napoli a Benevento i percorsi drammaturgici di Vesuvioteatro, coordinati da Baffi e Di Palma  


di Maria Ricca

Storie di “Donne”. Curiose, intimorite, infelici, capricciose, desiderose di emozioni, irriverenti ed irrispettose, commosse…Sono fra le protagoniste dei “Racconti per ricominciare”, la rassegna di percorsi teatrali nei siti del patrimonio della Campania, dal 26 maggio al 12 giugno, progetto di Vesuvioteatro, con coordinamento artistico di Giulio Baffi e Claudio Di Palma, che ha debuttato contemporaneamente in più punti della realtà vesuviana e dal 27 maggio, per 2 fine settimana, a Benevento, con “Cechov ora” della Solot, al Mulino Pacifico.

Nella tappa di Villa Bruno, a cura di Luciano Melchionna, in scena fino al 5 giugno a San Giorgio a Cremano, le attrici, guidate da una regia accorta alle sfumature e ai minimi particolari,  tessono le fila di racconti, che sanno delineare personalità, spazi ed ambienti, con la sola intensità delle interpretazioni e delle voci, senza alcun corredo scenico, a parte l’intenso verde del paesaggio.

E così Carla Ferraro ed Adele Vitale sono suocera e nuora ne “Il latrato”, il primo dei “Tre sentieri per un lago” di Ingeborg Bachmann, poetessa dell’utopia. L’anziana signora, sempre più timorosa, è in completa balia delle sue nevrosi e delle sue paure, ed in perfetta soggezione di un figlio ingrato, ancorché grande medico professionista. E’ soccorsa solo dalla pietà della nuora Francisca, che inorridisce rispetto al comportamento del marito, fino a quando anche lei si zittisce e si allontana, cedendo probabilmente alla volontà del coniuge, carnefice delle proprie stesse radici.

Ci si sposta in un altro anfratto dello splendido parco di Villa Bruno, per ascoltare Chiara Baffi, nella storia della dolce Miranda, “candido angelo” per il marito Joseph, volutamente miope ed incapace di guardare in faccia la realtà, che affronta infatti senza l’opportuna correzione degli occhiali, che la costringerebbero ad aprire gli occhi su un mondo troppo duro da sopportare. Meglio, molto meglio restare avvolta nella nube delle tante diottrie che le mancano e continuare a godersi il mondo così, semplicemente per sentito dire, fra emozioni e stupori. E, infine, pur di non sopportare la crudezza e la realtà di un inevitabile tradimento, spinge ella stessa il marito Joseph fra le braccia della rivale Anastacia, autodistruggendosi tra  i cristalli di una porta a vetri, contro la quale va a sbattere inevitabilmente, quasi rassegnata, conservando intatti i suoi “Occhi felici”.

Altro scenario, altra vicenda, per i “Problemi, problemi” della capricciosa Beatrix, ancora Carla Ferraro, stavolta nei panni di una irresistibile mantenuta, refrattaria ad ogni impegno, tranne quello di farsi bella per se stessa, più che per il proprio uomo, per nulla infelice nel ruolo di amante, sicuramente meno impegnativo di quello di moglie ufficiale, che infatti tenta ripetutamente il suicidio. Intensa voce narrante è Federica Carruba Toscano, che in pigiama palazzo segue i percorsi intrecciati della folle e narcisista Beatrix, attraverso una grottesca seduta in un centro di bellezza.

Applausi e complimenti infine per le “Donne”, protagoniste del mondo  della Bachmann, artistico e concettuale insieme, tra il senso pieno della  provvisorietà delle cose umane, e la voglia comunque di continuare a combattere, in qualche modo, la propria battaglia.