di Maria Ricca
RASSEGNE - Davvero un cartellone interessante, quello di “Obiettivo T” della Solot, che torna al Mulino Pacifico di Benevento, dal 27 ottobre al 3 maggio prossimi, a valorizzare il teatro “nuovo” , la nuova drammaturgia, per intenderci, quella che immette nuova linfa vitale in un genere che non perde mai di attualità e di consensi, e che si concretizza soprattutto nelle proposte delle giovani compagnie e dei giovani autori, che popolano sempre più il panorama artistico italiano.
La rassegna, presentata questa mattina
da Michelangelo Fetto e Tonino Intorcia, primi curatori delle numerose attività
che la Solot svolge da oltre trent’anni nel capoluogo, alla presenza dell’assessore
comunale alla Cultura Antonella Tartaglia Polcini, rappresenta – hanno ribadito
- “una proposta organica che incontri
l’importante esigenza di programmazione culturale della città di Benevento e
che interpreti la forte vocazione teatrale della nostra terra, puntando ad un
rilancio effettivo del suo ruolo.”
Un “Obiettivo T” che diventa, dunque, un
vero e proprio indirizzo programmatico, rispecchiato, peraltro nella suggestiva
comunicazione grafica della rassegna, curata da Furialab, che interpreta il teatro
come “un muro sbrecciato su un campo di grano, un’apparizione di corpi tra
velluti rossi battuti dal vento, una porta di accesso per questi ed altri mondi”.
E quindi le scelte della Compagnia
organizzatrice spaziano in cartellone dall’ironico al grottesco, dalla “black
comedy” al gioco esilarante del paradosso, per ritrovare poi il pensiero
profondo di De Andrè, il rapporto padre-figlio e uomo-donna, il teatro di
narrazione giornalistica e di inchiesta, quello geniale ed irriverente. Temi
declinati con l’aiuto di interpreti d’eccezione, quali Gea Martire, Gianfelice
Imparato e di giornalisti come Domenico Iannaccone.
Risalta in cartellone la presenza di Enrico
Torzillo, con il suo “Fuochi”, liberamente ispirato all’omonimo testo di Marguerite
Yourcenar, attore e regista sannita, che racconta dell’ “amore
che si impone alla vittima come malattia e come vocazione”, attraverso un
collage “composto, come in uno stato di trance, che attinge al panorama della
mitologia classica e della tradizione cristiana.” Torzillo, inizialmente
formatosi proprio alla Scuola di Teatro Studio
della Solot, è intervenuto alla
conferenza, in collegamento da Roma, dove ora è all’Accademia d’Arte Drammatica
“Silvio D’Amico” e cura diversi progetti in
qualità di regista ed interprete, andando sempre più affermandosi nell’universo artistico italiano a tutto
tondo, fra teatro, prima grande passione, ma anche cinema e TV.