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01/07/24

BENEVENTO - Premio alla Carriera per Sergio Rubini, che chiude il BCT con l'elogio alla "normalità"

 


di Emilio Spiniello

Si è chiusa l’ottava edizione del BCT Festival. L’attore pugliese Sergio Rubini in piazza Federico Torre è stato intervistato da Sharon Ritucci su "Una carriera di successi". Da sempre nel suo lavoro ha raccontato in modo ironico la drammaticità, sia come attore che come regista. In tanti ad ascoltarlo, molti rimasti in piedi a causa della carenza di sedie, dovuta ad esigenze di sicurezza. “A 18 anni sono partito dal paese di Grumo Appula, diretto all'Accademia d'Arte Drammatica(frequentata solo per due anni)”, ha esordito.


 “Nel mondo dello spettacolo essere normali è un grande privilegio, le persone che veramente ce l’hanno fatta, hanno come obiettivo la normalità. La vera abilità non sta nel mestiere, ma nel “disimparare” come ho fatto io, avendo sempre uno sguardo puro sulle cose con meraviglia e stupore”.

Sollecitato dall’intervistatrice, un passaggio sul film "La passione di Cristo" del 2004 scritto, diretto e prodotto da Mel Gibson e girato a Matera. “Ho vissuto male quell’esperienza, visto che ho sempre pensato e recitato da attore europeo. Ho rischiato di perdere la fede facendo quel film. Poi il ricordo dell’incontro con il grande regista Federico Fellini: “L’ho incontrato da ragazzo e gli ho portato delle fotografie, mie foto, che ha molto apprezzato. “Cercate di assomigliare alle vostre foto, il suo invito. Bisogna fare un atto di alleanza su ciò che siamo”. La pellicola “Nina dei Lupi” è stata invece l’occasione per parlare del suo rapporto con la tecnologia: “Mi incuriosisce da sempre. Sono informato ed appartengo a quella tipologia persone che senza tablet o cellulare si sentirebbe perso. Mi piace l’idea che l’uomo utilizzi la tecnologia e non che la tecnologia strumentalizzi l’uomo. Dobbiamo mettere al centro l’uomo, le nostre esigenze i nostri sentimenti, - ha continuato - altrimenti diventiamo algoritmi”.

Si è espresso ancora su cosa preferisce fare, in quale ruolo si sente più a suo agio: “Oggi mi sento a metà strada tra attore e regista, sembrano mestieri simili, ma sono completamente diversi. L’attore, dichiarando la sua “schizofrenia”, si abbandona completamente nel salto nel vuoto dell’irresponsabilità, al contrario il regista ha molte responsabilità facendo da guida seria per chi produce una pellicola. Sulle sue passioni primarie: “Mi piace molto leggere, preferisco leggere un libro che vedere un film. Soprattutto amo dirigerli”.

A fine serata gli è stato consegnato il Premio alla Carriera, dichiarandosi simpaticamente “come se fosse agli esordi nel suo lavoro”.


La Kermesse diretta da Antonio Frascadore ha chiuso i battenti anche quest’anno ottenendo consensi e sapendo cogliere gli interessi del pubblico, crescendo di anno in anno. Bisogna però implementare la comunicazione nazionale di un evento che oramai è riconosciuto nel nostro Belpaese.