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28/10/24

CAPUA (CE) - Augustina Toia, con Severo Callaci, e le sue forti ed indomite "Giovanne" conquistano il FaziOpen Theatre


di Maria Ricca

Un'interpretazione magistrale che non ha deluso le attese, per " Le Giovanne, un'eresia cosmica", l'atto unico, scritto e recitato dall'argentina Agustina Toia, con Severo Callaci, autore e co-regista,  che ha letteralmente rapito, per un'ora circa, la platea piena del "FaziOpen Theatre" di Capua.  Una messa in scena ad alta intensità emotiva, che ha strappato più di un applauso a scena aperta per l'attrice. La Toia si è mossa con maestrìa, rendendo se stessa ed il suo ampio vestito di scena parte integrante della rappresentazione, modificandone  a suo piacimento la foggia, per interpretare di volta in volta una "Giovanna", considerata "pazza" della Storia, in realtà sempre diversa e sempre combattiva, in nome del pensiero e del comportamento "divergente" .

Così l'attrice è stata Juana Manso, Juana la pazza, Jean D'Arc, Juana Azurduy, La Papisa Juana, Giovanna Marturano, Juana de Ibarboreau e Sor Juana Inés de la Cruz, trasformando, con grande versatilità, il palco e se stessa, in un abile gioco di movimenti scenici e di chiaroscuri vocali ed espressivi.  Fino all'intemerata finale, in cui Agustina Toia ha rappresentato con parole di fuoco il destino purtroppo ancora vivo e reale di molte donne, che le è valso gli applausi sinceri e convinti dei presenti, giusto riconoscimento per l'attrice-autrice e per il suo regista e compagno Severo Callaci. 


In chiusura le domande del pubblico, utili a ricostruire la  genesi dell'opera e a ricordare la formazione dell'artista, avvenuta soprattutto in Italia, impegnata da sempre in questo teatro di ricerca e di resistenza,come ha infine sottolineato il direttore artistico della rassegna Iavazzo, che ha volentieri accolto in cartellone lo spettacolo della Compagnia Toia-Callaci, perfettamente in linea con lo spirito di approfondimento, ricerca ed innovazione, tipico del "FaziOpen Theatre", la cui organizzazione è curata con Gianni Arciprete. 


Caratteristiche ancora vive - ha concluso Iavazzo - nel Teatro sudamericano, dove c'è molto entusiasmo e voglia di mettersi in gioco, come non sempre accade più sulla scena italiana, che spesso manca di lungimiranza e si ferma al qui ed ora, privilegiando un "presentismo", senza prospettive.