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05/01/25

L'ANNIVERSARIO - James La Motta ricorda Pino Daniele: un legame personale ed artistico, oltre il tempo ed il destino


di Maria Ricca

L'INTERVISTA - Dieci anni fa Pino Daniele lasciava , suo malgrado, le scene ed entrava nel mito. E mito lo era già, in verità, per chi aveva imparato a conoscerlo, sin da ragazzo, attraverso la parabola che lo aveva portato a decapitare i baluardi della musica partenopea, osando rinnovare e rivisitare quelle melodie in chiave blues o distaccandosene completamente per raccontare a suo modo la realtà della sua terra e dei suoi anni. 


La sua scomparsa lascio increduli ed adorati fans e colleghi. Fra loro James La Motta, regista, musicista  ed autore di mille progetti culturali e dedicati al sociale, al cinema, in teatro e alla Tv, che così ricorda il suo rapporto artistico con Pino Daniele, divenuto negli anni sempre più speciale.


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Il tuo flashmob dedicato all'artista fu innovativo e virale. Perché?

"Il legame con Pino è stato sempre viscerale come per ogni Napoletano dai tempi della scuola sino ad oggi… Ricordo che quando appresi che lui ci aveva lasciato ed allora vivevo fisso a Roma, pensai di creare subito un flashmob in Internet: alle ore 12:00 del 5 Gennaio, all’indomani della sua scomparsa, tutti quelli come me, fuori sede, dovevano pubblicare la canzone "Napule è!" In poche ore si creò una comunità sull’evento Facebook, di milioni di persone, che iniziarono a scrivermi e a mandarmi i loro messaggi e video, per esprimere vicinanza a Pino e alla sua famiglia da tutto il mondo. Addirittura una signora napoletana mi scrisse dalla Finlandia e un altro ragazzo dal Giappone … In poche ore "rimbalzai"  subito su tantissime altre pagine dedicate a Pino Daniele ."


- Poi andasti a Roma per l'addio...Ma il ricordo, quello più emozionante, fu a Napoli

"Memorabile e toccante fu il funerale a Roma, dove riuscii ad esserci per un ultimo saluto. Il giorno seguente ai funerali la salma dovette essere trasferita  a Napoli, dove in Piazza del Plebiscito l’attendevano fiumi di Napoletani datisi appuntamento per il flashmob di persona. Non potendo parteciparvi, per motivi di lavoro, creai però una collaborazione con il "flashmob" di Napoli, tutto sempre su Facebook, curato e creato dai Taranto e Daniela Wallmann."

- Che poi sfociò in un interessante contest,  a cui tu prendesti parte con successo. 

" Sì, ad un anno della scomparsa di Pino,  fu creato il contest dal titolo  “Una cartolina per Pino”, a cui tutti gli artisti, in tutte le forme d’arte,  potevano partecipare per una dedica.  Io lo feci attraverso un mio script, dal titolo “Figlio 'e sta città”,  esposto alla biblioteca di Napoli e al Castel dell’Ovo. Tutti potevano passare e votare e la mia poesia vinse il primo premio. Che, però, non potei andare a ritirare perché in tournée."


- Hai sempre pensato, tuttavia, che sarebbe stato opportuno rivolgere a Pino Daniele un omaggio ancora  più importante e così sono nati diversi tuoi progetti artistici a lui dedicati ...

"È così. Passati diversi anni e passeggiando per i vicoli di Napoli, che ho vissuto sempre con la totale... incoscienza, ho sempre pensato di creare qualcosa di più grande per vivere la Napoli di Pino. Anni dopo, grazie ad "Onda Web Radio" con sede a Pianura di Napoli, nella quale mi recavo a condurre un mio programma, passavo ogni volta  davanti alla sala d’incisione dedicata a Pino Daniele, con cui collaboravo da diverso tempo. Lì  ebbi la fortuna di conoscere Loredana Daniele, la nipote di Pino, anche lei cantautrice, e la invitai a cantare la canzone "Femmena", per un mio convegno contro la violenza sulle donne." 


- Infine la creazione di uno spazio web dedicato all'artista, fino ad un vero e proprio spettacolo. 

"Vero. Dopo poco abbiamo creato la pagina dedicata a lui, "Napule è for Pino Daniele",  lo spettacolo "Cia’ Guagliò" a Fano, a Roma, poi l’adattamento solo in voce, chitarra e percussioni, con l'esibizione a Caserta e Napoli, al "Cammarota Spritz" di Vico Lungo Teatro Nuovo e altrove. Infine, a breve, vi sarà la preparazione di un altro spettacolo, qui a Napoli, una "teatralizzata".