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13/04/25

CAPUA, 13 aprile - "Rosaria" di Davide Iodice, quel lucido e disperato flusso di coscienza di una vita ai margini

di Maria Ricca


TEATRO - Rosaria, che vive per strada, una scarpa sì ed una no, vestita di stracci imbottiti da fogli di giornale accartocciati ed un cartone a farle da coperta e da scudo contro il disagio del freddo e di una esistenza precaria. Rosaria, che conta in su e in giù gli scalini nell'altalenanza delle sorti della sua quotidianità, Rosaria, che era bella e colta e che una casa ce l'ha, come rivendica orgogliosamente, ma che ne è fuggita, perché le ricorda la vergogna della famiglia borghese da cui proviene, per la quale, però, è più accettabile un fratello che molesta ogni notte una sorella, nel silenzio della madre, che una ragazza che comprende di amare l'universo femminile più di quello maschile è per questo è ghettizzata. Rosaria, che era guida turistica e ora odia l'affollarsi di visitatori da ogni dove, senza controlli, che fa di Napoli "un giocattolo scassato", ed è felice solo quando ripensa a colei che ha amato, alle sue forme, alla sua dolcezza, alla sua sensualità. Nel cuore la bellezza, il ricordo struggente dell'anima gemella che le aprì il cuore, che "iniziava e finiva il suo pensiero", nelle mani quel suo orecchino che conserva in petto e stringe come un feticcio ed un amuleto insieme. Ma lo sa: l'amore sfugge, "è una cosa che non si riesce a difendere...". Rosaria, che segue il volo dei gabbiani, ma che prosaicamente ha bisogno di sentire il rumore della saracinesca del bar aprirsi ogni giorno alle 6 e di aspettare infreddolita la carità di un bicchiere di latte macchiato, da bere con i lavoratori dell'alba, ascoltando il rumore di quel motorino, che è il primo segnale del giorno che rinasce. 


Una vita raccontata in 50 minuti intensi e disperatissimi di flusso di coscienza da una straordinaria
Monica Palomby, che alla rassegna FaziOpenTheater, diretta da Antonio Iavazzo (organizzazione generale di Gianni Arciprete),  ha dato vita a "Rosaria" di Davide Iodice, in memoria della clochard più nota della città di Napoli, e al racconto della sua progressiva discesa negli inferi, lasciandosi ogni volta possedere e dunque emozionare dall'anima di lei. 
Rosaria è sola, fra mille altri spiriti disperati come lei, ma è combattiva, eppure infine, si addormenta per sempre. Dal suo corpo, ormai senza vita, si libra in volo, davvero come gli evocati gabbiani, la sua anima più vera, finalmente spoglia di tutte le sovrastrutture, leggera come l'aria a disegnare nello spazio delle bellissime figure di amore e di libertà. A rappresentarla, in una nudità dolente, mai oscena, la vivida e delicata interpretazione coreografica di Chiara Alborino, monologo danzato su musiche di Lino Cannavacciuolo .

Molti applausi infine ed un illuminante dopo-teatro con l'autore e regista della pièce Davide Iodice, Premio Ubu speciale, che ha raccontato la genesi di questo volume 1 di un progetto più ampio, dal titolo "Esclusi - antologia scenica di vite da scarto", che accoglie le ricerche drammaturgiche di giovani autrici e autori fortemente compromessi con il reale e le sue trasformazioni sociali, nell’ambito del ciclo Officina della Scuola elementare del Teatro/conservatorio popolare per le arti della scena. "Il senso - ha spiegato il regista Iodice, che terrà in questi giorni anche uno stage in loco - è dare visibilità a chi vive ai margini. Con il mio teatro cerco di comunicare intensità e spingermi in territori inesplorati." Un percorso di costruzione dello spettacolo, che è il "funerale, che la vera clochard Rosaria non ha avuto", e che non ha potuto prescindere anche da una sorta di "braccio di ferro" catartico con l'attrice ed interprete principale, stimolata da ogni tecnica registica maieutica a dare il meglio di sé nella verità della costruzione del personaggio. 

Lo spettacolo è stato preceduto dal ricordo da parte del regista ed autore Marco Palasciano del compianto Francesco Natale, musicista e rapper di grande qualità, tragicamente scomparso proprio un anno fa, anima bella, capace con il proprio impegno ed attivismo in ambito artistico di "regalare sogni alle persone" e di aiutarle a realizzare i propri.