di Maria Ricca
L'EVENTO - Tempo di esami e di cene di fine d'anno, tempo di amarcord, tra lacrime e sorrisi.
Da quel giugno del 1985 di anni ne sono passati... quaranta, ma chi fu protagonista della maturità classica dell'epoca, al Liceo "Giannone" di Benevento, è rimasto nel cuore giovane ed appassionato, al punto da voler incontrare ancora una volta i propri compagni, per rivivere insieme la stagione delle emozioni e delle aspirazioni. Sogni divenuti quasi sempre realtà per quei ragazzi e quelle ragazze che avevano condiviso gli anni più belli e che ormai professionisti affermati si sono ritrovati all' osteria "Il lupo e la luna" di Riccia, di Federico Paolucci, a festeggiare il traguardo del quarantennale, puntualissimi all'appuntamento con la propria storia, più appassionati che mai.
Un anniversario celebrato non per obbligo o per dovere, ma per senso di appartenenza e dunque nessuna tristezza, nessuna estraneità o distanza, solo semplice spontaneità e naturalezza fra i componenti della "Gloriosa" quinta F, e niente a che fare con le atmosfere agrodolci, ma grottesche del film "Compagni di scuola" di Verdone: quei ragazzi dell'Ottantacinque hanno riso e scherzato, rievocato aneddoti, emozioni e sensazioni, nella consapevolezza di essere testimoni di un sentimento di unione reale, attraverso il tempo e gli spazi percorsi, che renderà sempre unica quella "classe" .
Insieme agli ex allievi, coinvolti e... travolti dall'entusiasmo dei "loro ragazzi" anche due fra i professori più rappresentativi del Consiglio di Classe che fu, Riccardo Valli, docente di Greco, e Mario De Nicolais, docente di Storia dell'Arte, che hanno volentieri aderito all'invito, felici di esser parte della riunione conviviale, per condividere sorrisi, memorie, impressioni: "acquerelli foschi...fotografie sparse dei sorrisi che ci siamo lasciati dietro. Può essere tutto così semplice come allora. O il tempo ha riscritto ogni riga?" ("The way we were" , Barbra Streisand).
Disposti intorno ad un tavolo a ferro di cavallo per guardarsi tutti negli occhi, pietanze gustosissime, tra cui uno strepitoso baccalà all'arancia, una torta speciale a suggellare l'incontro: questi gli ingredienti di base di una giornata trascorsa a chiacchierare e a cantare canzoni della tradizione e divertenti stornelli, a ripensare ai propri punti di forza e di debolezza, a come si era e a quello che si sperava di diventare, all'aspetto fisico certamente non immutato dopo anni, ma nemmeno poi del tutto diverso da quello di una volta, al legame rimasto saldo, in un'atmosfera semplice di condivisione e di familiarità dove tutti sono stati a proprio agio, nell' entusiasmo genuino dell'affetto reciproco, del "noi", che supera le rispettive individualità.
La promessa è stata quella di rivedersi al più presto, magari allo scoccare dei 60 anni d'età, che arriveranno, per la maggior parte degli ex studenti della "Gloriosa quinta F", nel 2026, nella consapevolezza che i sentimenti, se sinceri, non cambiano mai, che si può contare sempre l'uno sull'altro, se si è cresciuti con il senso dell'onestà e il valore della semplicità. Un esempio di unità e di reciproco sostegno da offrire alle generazioni più giovani, spesso divise da invidie ed ambizioni, a differenza di chi forma sempre un corpo unico ed indivisibile, a dispetto del tempo che passa, "compagni di scuola" di ieri e per sempre.