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22/10/25

BENEVENTO - Giovanni Liccardo presenta "Storie insolite di uomini, luoghi e oggetti dei musei di Napoli", serata per la "Dante Alighieri"


LIBRI - Storie insolite di uomini, luoghi e oggetti dei musei di Napoli”. E a raccontarle è Giovanni Liccardo, dirigente scolastico dell'Istituto “Levi” di Portici, profondo conoscitore della storia partenopea e della affascinante, complessa realtà di Napoli.

Palazzo Paolo V a Benevento, in una serata promossa dal locale Comitato della “Dante Alighieri” , presieduto dalla prof.ssa Maria Felicia Crisci, ha accolto l'Autore, già dirigente scolastico dell' “Alberti”, e le sue riflessioni, in una conversazione colta con la Preside Maria Bonaguro. Un excursus storico accattivante che nasce come libro per celebrare i 25 anni dal conferimento a Giovanni Liccardo del Premio letterario “Campanile d'argento. Città di Cimitile, con un altro volume sulla “Vita quotidiana a Napoli, prima del Medioevo”, sempre edito per i tipi di Tempolungo, come quest'ultimo. Nel mezzo altre interessanti pubblicazioni storiche dell'Autore per le edizioni San Paolo, Skira, “Il Pozzo di Giacobbe”, Newton Compton.

Tra spigolature e curiosità – riferisce Giovanni Liccardo – questo volume intende avvicinare il lettore a luoghi come, ad esempio, il Museo Archeologico e quello di Capodimonte, che di fatto ospitano la maggior parte del patrimonio artistico della città, considerandone le opere significative ma, anche, perché no, aspetti meno conosciuti, come ad esempio i giardini, in cui si può sostare e riflettere su quanto si può ammirare in quei luoghi.”

Fra gli elementi custoditi nel Museo Archeologico, Giovanni Liccardo si sofferma su alcuni dei monumenti più interessanti della Collezione Farnese. Innanzitutto il Toro Farnese, di cui pochi conoscono la storia. Il gruppo scultoreo, inizialmente rinvenuto nelle Terme di Caracalla, racconta il supplizio di Dirce, la matrigna di Anfione e Zeto, figli di Antiope e di Zeus, legata dai figliastri all'animale selvaggio per punizione e da quello trascinata fino alla morte. Inizialmente esposto all'aperto, poi portato al Museo, l'imponente gruppo marmoreo fu considerato in primis addirittura una fontana.


Toro Farnese

La narrazione di Liccardo continua, considerando poi, tra le altre, l'opera più famosa di Masaccio, la “Crocifissione”, al Museo di Capodimonte, straordinaria per contenuti. “Particolare il modo di ritrarre la figura della Maddalena, ai piedi della Croce – sottolinea Liccardo – che dà le spalle a chi guarda ed ha lunghi capelli biondi, a sottolineare, nell'immaginario collettivo che così le rappresentava, il suo essere prostituta, seppur redenta.”

La Crocifissione di Masaccio

A Napoli esistono più di 60 musei”, conferma l'Autore, che si è divertito ad individuare gli oggetti più particolari e caratteristici in essi custoditi. “Nel Conservatorio di San Pietro a Maiella, ad esempio, è conservata una particolare “arpetta”, costruita da Antonio Stradivari (che non realizzava solo violini, dunque), un vero e proprio “unicum”. Sulla punta una sirena dalla coda attorcigliata e sulle sue spalle un “puttino”.”

L'arpa di Stradivari 

E ancora, l'attenzione di Giovanni Liccardo si sofferma sullo scheletro dell'Elefante, custodito nel Museo Archeologico: “L'animale fu donato a Carlo di Borbone, e tenuto nella Reggia di Portici da un caporale che lo mostrava a pagamento. Ma non visse a lungo, poiché non si sapeva bene come prendersene cura. Di qui, il detto: “Capurà, è muorto l'alifante!” per indicare in senso metaforico quelle situazioni in cui non c'è più nulla ormai da guadagnare..”.

Lo scheletro dell' "Alifante"  

Un libro prezioso, dunque, per rivivere storie di uomini curiosi e affascinanti, luoghi specialissimi e intriganti: non una "comune" guida descrittiva delle opere conservate, né un racconto dei musei come luoghi di esposizione; viceversa, un volume che sottolinea il valore della memoria delle loro trame storiche e delle loro raccolte. “I musei di Napoli sono tipologia molto complessa, ma è in questa differenza e ricchezza – conclude l'Autore – il loro forte legame con la città e il territorio in cui essi stessi s'innestano ed esplicano le loro attività.”