Nadia Kibout, Giulia Innocenti, Viviana Altieri Il servizio di ElleTg |
Al Mulino Pacifico, per "Obiettivo T" della Solot, in scena il lavoro di Matteo Tarasco
di
Maria Ricca
Non
siamo che ombre, o meglio “siamo
fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel
tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. Vien naturale rammentare le parole di
Shakespeare nel vedere in scena “Eneide. Ciascuno patisce la propria ombra”,
l’opera di Matteo Tarasco, proposta per la rassegna “Obiettivo T” al Mulino
Pacifico, con Viviana Altieri, Giulia Innocenti e Nadia Kibout, che nasce
invece da testi di Virgilio, Ovidio e Marlowe, analizzati e rielaborati con sapienza dal regista, evocando,
dalla nebbia eterna, tre figure femminili a dipanare l’intreccio di un percorso
amaro e faticoso.
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Tre testimoni dolenti di una parabola esistenziale, quella di Enea, appunto, che furono Creusa, la moglie infelice, e Didone, la regina cartaginese che ne divenne amante perduta. La Sibilla Cumana tira le fila dell’intero racconto del percorso di colui che fondò la città eterna, partendo dalla rievocazione delle guerre, origine di ogni male, citate in un elenco freddo e amaro, che hanno afflitto l’umanità da sempre.
Molto
suggestiva la scenografia, con giochi di luce ed ombra, ad evidenziare l’impalpabile
consistenza delle anime delle protagoniste, eppur presenti e dolorose, con le
loro parole ed il loro strazio come macigni, a segnare i punti fondamentali di
un destino a cui sfuggire è impossibile.
Uno
sguardo tutto al femminile, dunque, insolito, su miti sempre raccontati da un
punto di vista maschile, come suggerisce il regista che, prima dello
spettacolo, sottolinea: “Interessante è stato rileggere questi racconti,
avvalendosi di nuove orecchie e nuovi occhi, alla ricerca di nuova identità, per riscoprirne
valore e modernità.” “Le donne che hanno amato Enea sono unite dal carattere e
dal temperamento. Per interpretarle si è dovuto molto lavorare su una materia
testuale complessa, ma affascinante – gli fa eco Viviana Altieri, beneventana d’origine,
formatasi alla scuola di teatro della Solot e poi affermatasi attraverso un
percorso di approfondimento, che l’ha condotta all’Accademia d’Arte Drammatica
di Roma e sui più diversi palcoscenici italiani, senza disdegnare cinema e Tv.
Infine,
ancora Matteo Tarasco, membro del Lincoln Center
Theatre Directors Lab di New York ed insignito del Premio Personalità Europea
per il Teatro come migliore regista emergente: “Lo scopo di questo
lavoro è stato il voler valorizzare e riscoprire la profondità della nostra
cultura, di cui americani ed inglesi sono ammirati. Un modo per ricordarci chi
siamo e da dove veniamo e per proiettarci con consapevolezza verso un futuro,
per la nostra identità ed affermazione culturale, che speriamo migliore.”