«Il fiammifero nasce dalla natura e torna alla natura». Ha
esordito così, Vincenzo Marsiglia (nella foto), presidente della Sirfa (Industrie sannite
riunite fiammiferi e affini) introducendo l’incontro con gli organi
d’informazione per presentare l’iniziativa “Salva il tuo pianeta con un piccolo
gesto”.
Presente anche il maestro Andrea Petrone che ha ideato i disegni
che accompagnano la nuova produzione della storica azienda sannita e che,
appunto, incentivano una corretta raccolta dei rifiuti. «In merito - ha
aggiunto Marsiglia - devo sottolineare che abbiamo volentieri accolto le
sollecitazioni del presidente dell’Asia, Lucio Lonardo, istituzionalmente
interessato alla diffusione di buone pratiche per la differenziata».
Il fiammifero è uno strumento antico, ancora
oggi valido, dal quale l’uomo ha tratto enormi benefici. Lo ha liberato da
complicati marchingegni (acciarino, pietra focaia, fogliame secco) che
rendevano difficile ottenere una fiamma subito disponibile, anche se,
probabilmente, in pochi si sono resi conto di quanta storia e tecnologia siano racchiuse
in esso e, soprattutto, quanto benessere sprigioni in quell’attimo di esistenza
che gli è concesso.
In Italia, la fabbricazione è iniziata verso
il 1830, allorquando fu commercializzato il fiammifero fosforico a sfregamento,
“accendibile ovunque”. Ben presto divenne estesa la richiesta degli zolfanelli
(la cui caratteristica era il bagno di zolfo allo stelo e che, una volta
accesi, emanavano un odore acre). Per questo motivo, tra gli anni ’50 e ’60, fu
sostituito con il “familiare”, paraffinato e inodore, che, ancora oggi,
continua a essere prodotto in Italia da tre aziende: tra esse la Sirfa,
titolare, sin dal 1880 del “Fiammifero Marsiglia”.