di Emilio
Spiniello

BENEVENTO - Al Piccolo Teatro Libertà di Benevento, nella notte del Sabba e di Halloween, in scena, dopo 27 repliche in giro per l’Italia, lo spettacolo “Herbarie: le chiamavano Streghe”.


L’herbaria era un
vero punto di riferimento del popolo ed aveva un rapporto speciale con la natura”.
Erano le regine
della cosiddetta medicina alternativa. I loro rimedi: natura ed erbe spontanee
con i loro segreti terapeutici tramandati da madre in figlia, come accade per
Mercuria, la nonna, e sua figlia Caterina, che a sua volta educa la giovane Lucia,
tramite saggezza ed insegnamenti. Avevano a che fare con la gioia della vita e
la tristezza della morte ed intervenivano anche per diminuire i dolori del
parto, grazie alle loro cure naturali.
Appare la figura
del medico o prete odierno, il physicus, l’inquisitore del tempo, la voce della
scienza e della ragione che rigetta queste forme di credenza, fatte di fatture
e maledizioni.
“Ogni filo d'erba
ha la sua voce e la sua storia” ed infatti Mercuria invita “a chiedere il
permesso prima di raccogliere un’erba”. Le bevande “consolatrici” vengono usate
per evitare le conseguenze dell’inquisizione, a causa dell’accusa di
stregoneria ed è qui che le herbarie dicono “ricordateci”.
Le musiche di
Daniele Fusacchia, recentemente scomparso, sono state eseguite dal vivo da
“Quinto Quarto Trio” , formato da Ernesto Ranfi, Luisa Pellegrini e Stefania
Militello.