PARLIAMO DI...


11/07/20

TEATRO - La Solot chiude i i suoi “Racconti per ricominciare”, fra emozioni e contraddizioni e la voglia di restare ancora un po’…


di Maria Ricca
BENEVENTO - C’è il baule dell’attore lì, sullo sfondo. Pieno di panni coloratissimi, di vestiti dalle fogge improbabili, pieno di vita. O meglio delle vite dei personaggi che pian piano escono dal fondo per raccontare le proprie storie. Di quei panni si veste la Solot, con  Michelangelo Fetto, Antonio Intorcia, Assunta Maria Berruti, Alfredo Calicchio. E con  Rosario Giglio, Massimo Pagano, Enrico Torzillo e Benedetta Russo. Ancora un week end,  dunque,   fino a domenica 12 luglio,  per dar volto e parola ai caratteri che animano ancora in queste sere il Mulino Pacifico, nei “Racconti per ricominciare”, la rassegna della “ripartenza” artistica in Campania,  promossa da Vesuvioteatro. A Benevento, testi di Giorgio Gaber, Dario Fo, Michelangelo Fetto, Franco Cossu.
In apertura, e non potrebbe essere altrimenti, l’amara questione della crisi delle attività artistiche in tempi di emergenza Covid. Perché si spendono tante parole per deplorare (anche giustamente, certo!) la chiusura delle fabbriche e non una per quella di imprese artistiche come il Cirque de Soleil? “Forse perché l’Arte fa sudare solo un muscolo, il cervello?”, si chiede Michelangelo Fetto. 
Enrico Torzillo
“Si dovrebbe istituire il Teatro dell’Obbligo”, tuona Enrico Torzillo, attore fra il pubblico, dando vita ad un intenso e divertente contraddittorio con la collega Benedetta Russo, immaginando che gli studenti delle scuole possano frequentare la mattina le lezioni ed il pomeriggio le sale di prosa. In effetti è sin da piccoli che bisognerebbe educare l’animo e la sensibilità. Magari con i classici greci. Ed è subito alla ribalta il dramma di Antigone, raccontato con potente intensità da Alfredo Calicchio, e poi le contraddizioni di una donna moderna, con il monologo di Assunta Maria Berruti, che invita a riflettere sulle differenze fra i sessi e “sugli uomini, che hanno potere sulle cose e sulle donne, che hanno potere sulle persone”.
E appunto grottesco è il rapporto moglie-padrona e marito-schiavo succube, evocato da Michelangelo Fetto, nel monologo di divulgazione scientifica sui danni del fumo, divenuto libero sfogo e confessione delle angherie subite in famiglia.

Massimo Pagano e Rosario Giglio
Tragicommedia che si sostanzia nell’intervento ironico di Rosario Giglio e Massimo Pagano, irresistibili nei panni di due guitti rumeni (!?), a metà fra posteggiatori ed artisti di strada, che conquistano la platea, interagendo con gli spettatori, in un botta e risposta allusivo e divertente sui temi della fedeltà coniugale tradita.
Le risate muoiono in gola, poi,  nell’intervento struggente di Antonio Intorcia. E’ il racconto di una lite fra ragazzi di campagn,a che muta in tragedia, banalmente e dolorosamente.
E’ già tempo di voltare pagina. Il baule si chiude, gli attori, applauditissimi, ringraziano e salutano. Cala il  “sipario”, ma gli spettatori defluiscono lentamente…Vorrebbero restare ancora e respirare un altro po’ quel  clima ritrovato, nel segno dell’arte, della cultura e della pace, di cui gli attori, in chiusura, invitano, ancora una volta a farsi “staffette”.

Lo spettacolo va ancora in scena oggi, sabato 11  e domani, domenica 12 luglio, alle 19 e alle 20,30. Info sulla pagina FB della Solot Compagnia Stabile di Benevento.