di Maria Ricca
BENEVENTO - L’appassionato, irriverente e temerario approccio alla vita
di Paolo Poli, “Sempre fiori, mai un fioraio”, è rivissuto nel commosso ricordo
di Pino Strabioli, giornalista ed interprete teatrale, presente a “Benevento
Città Spettacolo 2020”, con il suo recital all’Hortus Conclusus, tratto dal libro, edito
per Rizzoli, su accompagnamento musicale.
Un registratore, la “piccola ladra” che cattura emozioni, le domande del giovane Strabioli ed il profluvio di parole del “Maestro”, a tavola, al ristorante, sempre lo stesso, di piazza Sforza Cesarini in Roma, dove ci si confessa più che in Chiesa, fra buoni amici. Ed emerge, prepotente, la personalità poliedrica dell’artista, che conobbe lussi e miserie e attraversò senza colpo ferire, infischiandone di pregiudizi e convenzioni di ogni tipo, il periodo storico ed artistico del Novecento. “Tutto ei provò”, curioso e sfrontato com’era, racconta Pino Strabioli, e nulla gli sembrò troppo eccentrico.
Nasce così un affresco prezioso dell’epoca e dell'esistenza di Paolo Poli, dalla povertà dell’infanzia fiorentina, condita dei sapori della sua terra, al ricordo della guerra, che gli strappò il piccolo amico di gioventù, dalle prime esperienze amorose e sensuali alle amicizie affettuose maschili e femminili, una su tutte quella con Laura Betti, fino all’affermazione brillante e un po’ “guascona” sui palcoscenici della capitale, che gli valse il plauso di Anna Magnani.
Insomma, capitoli di vita vissuta sempre all’estremo, bellissima e drammatica, conclusasi così, poi, in un soffio, con l’ultimo saluto dell’allievo all’artista, in una Roma dolente e decadente, nella consapevolezza dell'imminente a fine.
Applausi a Strabioli, e la lettura della “chiosa”al testo dell'indimenticabile ed adorata Franca Valeri, che volle aggiungere alle pagine dell’opera una “chicca” ironica delle sue. Suggello ideale.