di Maria Ricca
NAPOLI - Vincere la scommessa della vita, della propria formazione,
della direzione che si intende dare al proprio percorso professionale, perché
unisca competitività e passione. Sfide che oggi appaiono davvero gravose da
affrontare, alla luce dei cambiamenti imposti dalla società, che muta in
maniera vorticosa e all’avvento delle tecnologie più avanzate, alleate e potenzialmente
nemiche allo stesso tempo.
Serve, dunque, per districarsi all’interno di tutto questo,
una “Guida alla crescita personale dei nativi digitali”. È il “Fattore Z” di
Maria Punzo, coach dei valori e co-fondatrice di Green Swan, startup
filantropica sull’economia circolare, specialista in leadership e in sviluppo del team attraverso i
valori, e questo è il titolo del suo volume, presentato giovedì 9 settembre, alle 18,30, a
San Sebastiano al Vesuvio, via degli Astronauti, dall’Autrice e dal docente e
storico Luca Covino.
Un libro che si legge tutto d’un fiato, nato durante la
pandemia di Coronavirus (il momento storico più difficile e drammatico che
stiamo vivendo, da anni a questa parte) dall’assunto che ciascuno di noi, in modo
particolare la generazione dei nativi digitali, la “Generazione Z”, appunto,
quella degli “zoomers”, venuti al mondo tra il 1995 al 2010, debba ripartire dalla scoperta
del proprio “talento” e, con “determinazione”, mettersi “alla guida della
propria canoa”. Questo per evitare che siano “gli avvenimenti della vita a
guidare te”. Ciò non eviterà errori e nemmeno ansie, ma insegnerà a reagire
alle problematiche, a superare gli ostacoli, a riprendere il percorso.
Molti nel volume gli esempi di coloro che non si sono mai
dati per vinti e hanno raggiunto il proprio successo, individuando il proprio “scopo”
nella vita, considerando i propri “valori” ed attivandosi con “coraggio”.
Mai decidere di seguire un percorso di studi solo perché considerato più valido
dal punto di vista dell’inserimento lavorativo o per il consiglio di un amico.
E’ la cosa più deleteria che si possa fare, poiché condizionerà inevitabilmente
la nostra serenità e il nostro benessere interiore. È importante anche
considerare e far comprendere alle altre persone il senso del proprio scopo di
vita, per creare un contesto produttivo e positivo intorno a sé.
Decisiva, in questo percorso è la “perseveranza”, e fidarsi del proprio intuito, quel genio
innato, che è in ciascuno di noi e che Einstein chiamava “dono”, senza temere
di fare passi falsi, anzi tirando fuori tutto il proprio potenziale di
crescita. Importante concentrarsi sul “qui e ora”, ascoltare la propria
intuizione, in una sorta di “Mindfulness”, potenziata dalla meditazione sul sé.
E ancora, occorre avere una “open mind”, una mente aperta,
e una propria “vision”, ovvero uno scenario futuro ideale che rispecchi i
propri valori, il proprio modo di agire e le proprie ambizioni, in modo da
comprendere chi si vuol diventare. Non un sogno, ma un’azione, per intraprendere un’iniziativa al fine di realizzare
il proprio percorso.
C’è poi la necessità di coltivare l’"empatia" con le
proprie esigenze, ovvero l’importanza di iniziare un percorso di crescita
personale, cercando di lasciare alle spalle il proprio bisogno di approvazione,
quello conservato e nutrito sin da bambino, per crescere e diventare la persona
che si vuole diventare, con fiducia in sé stessi, imparando ad amarsi. È "l’autostima",
un atteggiamento di rispetto nei confronti di sé stessi. Interviene quindi "l’intelligenza
emotiva", che non può essere annullata dall’uso sempre più ossessivo della
tecnologia, quella su cui appunto si fonda la “Generazione Z” e che conduce
alla consapevolezza del sé, all’autoregolamentazione, alla motivazione, alle
competenze sociali.
Non resta, quindi, che seguire un “Mentor”, ovvero
una persona che possa accompagnarti con il suo pensiero critico, indirizzandoti
nelle tue scelte, piuttosto che un “Influencer” , individuo che mira in
genere solo a soggiogare la mente del “discepolo”, senza aiutarlo a svilupparne
la creatività e la capacità di fronteggiare ogni difficoltà. Inutile dire che
ogni passo deve essere computo con "passione" e "perseveranza",
rifuggendo la comodità.
Da qui nasce la "grinta", ovvero la forza di rialzarsi
ed andare avanti come un treno in direzione del proprio obiettivo. E’ il nuovo
compito della scuola e dei docenti, che devono sempre agire in nome del
benessere degli studenti, motivati da passione ed empatia, competenze “soft”
che non si acquistano con lo studio, ma sono innate.
Il volume si chiude con alcune “Interviste per Passione”,
rivolte a chi, nei vari campi della propria esistenza, ha operato secondo sentimento
e ha vinto. Fondamentale crederci e praticare l’ottimismo, allenandosi a
diventare la parte migliore di sé.