di Maria Ricca
L'INTERVISTA - Due figure di donna che si tengono per mano, nel reciproco sostegno. A guardarla bene sono le due parti di un’unica figura, un’anima sola, divisa in due, tra la sfera razionale e quella emotiva, tra indipendenza e voglia d'amore. Nulla come l’immagine del quadro forse più rappresentativo di Frida Khalo può indicare con chiarezza lo spirito nel quale nasce a Pietrelcina la Consulta delle Donne, iniziativa voluta con forza e passione da Filomena Masone, medico e assessore alle Pari Opportunità e alla Sanità del Comune di Pietrelcina (Benevento). Niente a che fare con un rigurgito di femminismo, anzi, ma solo con la voglia di restituire alle donne il ruolo che meritano nel dibattito politico e sociale.
Scade il 30
settembre, dunque, il termine ultimo per aderire a questo organismo consultivo e
propositivo, operante a Pietrelcina. L’intento resta quello di valorizzare la
presenza, la cultura e l’attività delle donne nella società e nelle
istituzioni, sostenendo le pari opportunità, con interventi contro tutte le forme di esclusione e di violenza verso
le donne, ed azioni volte alla salvaguardia della loro salute.
Link informativo,
per iscriversi: https://www.comune.pietrelcina.bn.it/c062052/po/mostra_news.php?id=939&area=H
Un progetto in linea, peraltro, anche con quanto ribadito anche da Papa Francesco, a più
riprese, nel segno dell’esigenza di ascoltare le donne e di trovare insieme gli
spazi per una collaborazione responsabile nel vivere quotidiano, a tutti i
livelli.
- Assessore Masone, da dove occorre partire?
“Sicuramente
dalla formazione dei giovani, insegnando ai bambini, ai maschietti, soprattutto,
fin da piccoli, a comprendere l’importanza delle pari opportunità. Non di rado
mi è capitato di vedere dalle nostre parti atteggiamenti di subordinazione
anche tra ragazzini e ragazzine. Ed è francamente inaccettabile. Occorre educare
i più giovani a comprendere che le differenze fra i sessi non devono tradursi
in prevaricazione o subalternità, ma anzi
rappresentare un arricchimento in favore del bene comune."
- Soprattutto qui al Sud, sono ancora molte le
donne che non credono in se stesse…
“Infatti è così.
A me pare che, nonostante tante dichiarazioni di intenti, siano ancora parecchie le
donne, che, probabilmente per una questione di “forma mentis”, si rassegnano a restare
in seconda linea, a non sapere come partecipare alla vita attiva, come mettersi
in gioco.”
- Quali azioni, dunque, si intende intraprendere?
“L’impegno,
condiviso peraltro dall’amministrazione comunale, con il Sindaco Salvatore
Mazzone, sarà quello di portare alla luce quanto fanno le donne e mi auguro che
tante possano diffondere quello che fanno, anche se c’è ancora molta reticenza
alla partecipazione.
Possiamo farlo
attraverso iniziative specifiche, come conferenze, dibattiti, meeting, tavole
rotonde, mostre, anche in collaborazione con altre istituzioni e associazioni
presenti sul territorio.
Già è stato fatto
l’anno scorso, a novembre, con la promozione di un convegno che è andato benissimo, sul
tema “Solo perché Donna”, per dibattere di violenza e femminicidi con
interventi costruttivi di validi esponenti del mondo politico, culturale e
religioso.
Adesso bisogna proseguire,
promuovendo attivamente eventi, senza assistere solo ad iniziative che siano calate dall’alto, di cui alla fine non possiamo essere altro che spettatori. Bisogna
quindi riuscire a portar fuori le capacità e la sensibilità delle donne,
difendendone le peculiarità ed imparando a fare squadra, magari anche
collegandosi ad analoghe iniziative dei paesi vicini. Va inoltre considerato
che il nostro territorio si è ormai aperto anche all’accoglienza di esponenti
di nuove etnìe con il fenonemo dell’immigrazione
e anche queste realtà umane e culturali vanno considerate e tenute in conto.”
- Quali le iniziative volte alla salvaguardia
della salute delle donne, in particolare?
“Per quanto riguarda la sanità, occorre dare maggiore attenzione e visibilità ad iniziative come lo screening della mammella e le vaccinazioni HPV, per la prevenzione del tumore del collo dell’utero. Occorre, poi, riservare molta attenzione anche alle donne che già soffrono nella malattia perché comprendano che non sono del tutto sole nel loro dramma, ma possono godere di solidarietà e sostegno. Insomma, bisogna... metterci il cuore.”