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26/09/22

PIETRELCINA (BN) - Consulta delle Donne, fino al 30 settembre le iscrizioni. Parla l'assessore Filomena Masone

 


di Maria Ricca

L'INTERVISTA - Due figure di donna che si tengono per mano, nel reciproco sostegno. A guardarla bene sono le due parti di un’unica figura, un’anima sola, divisa in due, tra la sfera razionale e quella emotiva, tra indipendenza e voglia d'amore. Nulla come l’immagine del quadro forse più rappresentativo di Frida Khalo può indicare con chiarezza lo spirito nel quale nasce a Pietrelcina la Consulta delle Donne, iniziativa voluta con forza e passione da Filomena Masone, medico e assessore alle Pari Opportunità e alla Sanità del Comune di Pietrelcina (Benevento). Niente a che fare con un rigurgito di femminismo, anzi, ma solo con la voglia di restituire alle donne il ruolo che meritano nel dibattito politico e sociale.

Scade il 30 settembre, dunque,  il termine ultimo per aderire a questo organismo consultivo e propositivo, operante a Pietrelcina. L’intento resta quello di valorizzare la presenza, la cultura e l’attività delle donne nella società e nelle istituzioni, sostenendo le pari opportunità, con interventi contro tutte le forme di esclusione e di violenza verso le donne, ed azioni volte alla salvaguardia della loro salute.

Link informativo, per iscriversi: https://www.comune.pietrelcina.bn.it/c062052/po/mostra_news.php?id=939&area=H

Un progetto in linea, peraltro, anche con quanto  ribadito anche da Papa Francesco, a più riprese, nel segno dell’esigenza di ascoltare le donne e di trovare insieme gli spazi per una collaborazione responsabile nel vivere quotidiano, a tutti i livelli.

-   Assessore Masone, da dove occorre partire?

“Sicuramente dalla formazione dei giovani, insegnando ai bambini, ai maschietti, soprattutto, fin da piccoli, a comprendere l’importanza delle pari opportunità. Non di rado mi è capitato di vedere dalle nostre parti atteggiamenti di subordinazione anche tra ragazzini e ragazzine. Ed è francamente inaccettabile. Occorre educare i più giovani a comprendere che le differenze fra i sessi non devono tradursi in prevaricazione o  subalternità, ma anzi rappresentare un arricchimento in favore del bene comune."

-   Soprattutto qui al Sud, sono ancora molte le donne che non credono in se stesse…

“Infatti è così. A me pare che, nonostante tante dichiarazioni di intenti, siano ancora parecchie le donne, che, probabilmente per una questione di “forma mentis”, si rassegnano a restare in seconda linea, a non sapere come partecipare alla vita attiva, come mettersi in gioco.”

-   Quali azioni, dunque, si intende intraprendere?

“L’impegno, condiviso peraltro dall’amministrazione comunale, con il Sindaco Salvatore Mazzone, sarà quello di portare alla luce quanto fanno le donne e mi auguro che tante possano diffondere quello che fanno, anche se c’è ancora molta reticenza alla partecipazione.

Possiamo farlo attraverso iniziative specifiche, come conferenze, dibattiti, meeting, tavole rotonde, mostre, anche in collaborazione con altre istituzioni e associazioni presenti sul territorio.

Già è stato fatto l’anno scorso, a novembre, con la promozione di un convegno che è andato benissimo, sul tema “Solo perché Donna”, per dibattere di violenza e femminicidi con interventi costruttivi di validi esponenti del mondo politico, culturale e religioso.  

Adesso bisogna proseguire, promuovendo attivamente eventi, senza assistere solo ad iniziative che siano calate dall’alto, di cui alla fine non possiamo essere altro che spettatori. Bisogna quindi riuscire a portar fuori le capacità e la sensibilità delle donne, difendendone le peculiarità ed imparando a fare squadra, magari anche collegandosi ad analoghe iniziative dei paesi vicini. Va inoltre considerato che il nostro territorio si è ormai aperto anche all’accoglienza di esponenti di  nuove etnìe con il fenonemo dell’immigrazione e anche queste realtà umane e culturali vanno considerate e tenute in conto.”

-   Quali le iniziative volte alla salvaguardia della salute delle donne, in particolare?

“Per quanto riguarda la sanità, occorre dare maggiore attenzione e visibilità ad iniziative come lo screening della mammella e le vaccinazioni HPV, per la prevenzione del tumore del collo dell’utero. Occorre, poi, riservare molta attenzione anche alle donne che già soffrono nella malattia perché comprendano che non sono del tutto sole  nel loro dramma, ma possono godere di solidarietà e sostegno. Insomma, bisogna... metterci il cuore.”