di Emilio Spiniello
TEATRO - I piedi, la parte inferiore del nostro corpo, prendono vita e sono i protagonisti dei diversi stati d’animo della persona. Quelli di una donna, ad esempio, saltellanti e gioiosi durante l’innamoramento fino al matrimonio, l’apice dell’amore; con il passare degli anni, invece, quelli di un marito autoritario e possessivo diventano pesanti, prepotenti ed opprimenti. Le denunce alle autorità si susseguono, ma nulla. Nasce anche un bimbo, unico appiglio d’amore in un rapporto malato fatto di morbosità, sospetto e gelosia. Dalla vita serena e luminosa, al terrore nei confronti del proprio partner. Inizia l’incubo che termina con il femminicidio, meglio dire omicidio di Stato ed una giovane vita rimasta orfana, senza madre. “Rumore di Fondo” è lo spettacolo con Gea Martire e Antonella Ippolito, andato in scena al Teatro Mulino Pacifico, nell’ambito di Obiettivo T - XXIX edizione stagione teatrale.
Alla base del racconto viscerale la storia vera di Carmine Ammirati e sua mamma Enza Avino, uccisa nel 2015 dall'ex compagno, dopo dodici denunce, rivelatesi inutili. Un monologo duro, vibrante, che ci scuote tra metafora e comicità, con un “sottofondo” di sofferenza crescente. Il sopravvissuto è Carmine, che ci tocca profondamente con la sua registrazione vocale di una lettera scritta a sua madre che lo guarda da lassù.
La regia è di Nadia Baldi. Le musiche, eseguite dal vivo, sono state composte da Ivo Parlati.