PARLIAMO DI...


07/05/23

"Che ci faccio qui", Iannacone e le storie degli ultimi approdano a teatro con empatia e delicatezza


di Emilio Spiniello

Un nome di respiro nazionale torna nel suo territorio d’origine e fa sold out. 
Sul palco del Teatro del Loto di Ferrazzano, in provincia di Campobasso,  lo spettacolo “Che ci faccio qui In scena”, prodotto  da TeatriMolisani insieme a ITC 2000 con il volto Rai Domenico Iannacone.
“Un grande narratore e giornalista”, lo ha definito Stefano Sabelli, patron della manifestazione, il quale con foga si è scagliato contro la gestione della Fondazione Molise Cultura. Il numero uno della cooperativa TeatriMolisani, unica impresa teatrale riconosciuta dal Ministero della Cultura e sostenuta dal Fus, ha chiesto le dimissioni dei vertici della Fondazione per una gestione pessima dei fondi. 
Iannacone ha aperto la sua scatola del tempo, dinanzi ad una foltissima platea, portando a teatro emozioni e storie intime, già presentate sul piccolo schermo dal 2019 con l’omonimo programma tv.
Avvio dalla sua infanzia a Torella del Sannio “ dove ero – ha detto – un uomo liberissimo fin da piccolo pur vivendo in un paese sperduto del Molise, grazie al primo vocabolario avuto in dono”. 
E quindi l’importanza delle parole “cosa potremmo fare se non ci fossero?” e dello sguardo, il guardarsi negli occhi: azione oramai perduta nella società. La sua formazione, con una grande passione per la poesia ed una  nuova visione della vita grazie al film “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica.


Il malessere e le storture della società al centro del suo racconto intimo con cui ha perlustrato l’animo dei protagonisti delle storie più assurde, di coloro che vengono emarginati e non aiutati. 
Dietro di noi solo macerie, persone ai margini, miseria negli occhi degli invisibili: chi dorme in auto dopo una triste separazione, una vecchia fabbrica farmaceutica popolata soltanto da tossicodipendenti senza futuro, fino al grido di dolore della Madre Terra, rovinata dal consumismo eccessivo e dalla produzione di rifiuti, come le inquinanti ecoballe di Taverna del Re o i disastri ambientali della Terra dei Fuochi, nel Casertano, senza dimenticare l’inferno dell’ex Ilva di Taranto.

Non mancano, però , come contraltare,  le storie belle, quelle rivoluzionarie, fatte di gesti d’amore semplici,  come la dottoressa che a Trieste cura i piedi dei profughi disperati, ma anche la perseveranza del gestore del Museo Agostinelli di Dragona, dove un simpatico anziano  abruzzese salva dalla distruzione e dall'oblio oggetti e testimonianze del passato. 
Lo spettacolo di Iannacone, facendo il pieno di applausi e partendo dal Molise, dopo Guglionesi e Ferrazzano, toccherà tutto lo Stivale.