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29/05/23

ERCOLANO (NA) - A Vesuvioteatro approda "Salute" della Solot, per rinfrancare cuori e deliziare i palati

 


di Maria Ricca

TEATRO - Brio, ironia, arguzia e tradizione. Hanno attinto a tutto il proprio repertorio di suggestioni culturali, teatrali ed attoriali Michelangelo Fetto ed Antonio Intorcia, fondatori ed operatori della Solot, con Rosario Giglio e Massimo Pagano, per discutere del vino in “Salute”, nuovo appuntamento con la rassegna Vesuvioteatro, a Villa Favorita, Ercolano. Gli interpreti hanno affrontato, in ogni termine e modo,  la storia della bevanda più amata, passando attraverso l’origine etimologica del nome, forse derivante dal sanscrito, nel prologo affidato ad Antonio Intorcia, per arrivare al “grammelot” partenopeo di Rosario Giglio, che ha raccontato a suo modo “Le nozze di Cana” ed il miracolo della trasformazione dell’acqua nel mitico umore rosso, per rallegrare la festa di matrimonio. Hanno "duellato", poi, Antonio Intorcia e Massimo Pagano, riproponendo la famosa disputa fra i vini del territorio, la bianca Falanghina, che volentieri accompagna il pesce e le pietanze più delicate, ed il rosso ed impegnativo Aglianico, che serve i piatti di carne più saporiti.  E se poi Michelangelo Fetto, autore e regista del testo, ha preparato ed offerto al pubblico un sorso di “mulsum” , il vino dei Romani, addolcito col miele, che accompagnava i pasti, si son dilettati gli attori, fra canti, stornelli e danze, ad alternare la recitazione a momenti esilaranti di pura comicità. Ma per apprezzare opportunamente il vino, occorre passare attraverso le tre fasi più importanti dell'assunzione della bevanda, quella visiva, olfattiva,  gustativa. Allegria e nostalgia, nel finale, hanno chiuso la performance, sulle note simpatiche e struggenti del “Brinnesi”, che Libero Bovio dedicò, nel lontano 1922, alla sua ingrata innamorata. Se n'è incaricato Massimo Pagano, con sapiente ironia, riproponendo più volte il motivo in varie interpretazioni. Ma se i vini sono tanti, lo spirito che quell’umore solleva è uno solo, nel segno della vita pienamente vissuta.