PARLIAMO DI...


03/06/23

PORTICI (NAPOLI) - I "Racconti per Ricominciare" di Vesuvioteatro, nel segno dell' "Amicizia", firmata da Eduardo

 di Maria Ricca

TEATRO - L'amicizia, si sa, è fra i beni più preziosi. E la retorica sull'argomento si spreca. "Chi trova un amico, trova un tesoro!", recita il vecchio adagio, e non stupisce che anche Eduardo volle celebrarne il valore nell'atto unico "Amicizia", appunto, in scena in questi giorni a Villa Fernandes di Portici, nell’ambito della rassegna “Racconti per Ricominciare”, di Vesuvioteatro, direzione artistica di Claudio Di Palma, consulenza di Giulio Baffi, organizzazione di Geppi Liguoro e Dora de Martino. 

Un’opera che scivola lentamente dalla commedia alla farsa, per svelare il rovescio della medaglia di un legame che può nascondere, anche dietro il suo volto migliore, mille impreviste insidie...

Accade così che Alberto Califano (Luigi Russo), giunto a dar sollievo all'amico ammalato Bartolomeo (Francesco Maria Cordella) e alla devota sua sorella Carolina (Irma Ciaramella), si trovi invischiato in una serie di doveri senza fine, al solo scopo di dare un po' di conforto al morente (o pseudo tale). L'abilità interpretativa degli attori ed il ritmo sostenuto degli scambi recitativi offrono allo spettatore una godibile ora di intrattenimento e di immedesimazione nelle ansie dell'amico, che suo malgrado, per pura bontà d'animo o piuttosto per attitudine al martirio, si lascia convincere da un'esasperata ed esagitata Carolina, desiderosa di attenzioni galanti e non solo,  ad immedesimarsi, di volta in volta, nelle persone care a Bartolomeo, di cui quest’ultimo desidera la vicinanza. Arriva così la claudicante zia Matilde, poi il rumorista siciliano, compagno di lavoro a Cinecittà, il ballerino americano di colore, di cui tanto Bartolomeo ammirava le evoluzioni, ed infine il notaio, tutti interpretati da Alberto, conciatosi con panni sempre diversi, appartenuti alla compianta madre dei due fratelli. Pur sfinito dalla mancanza di riposo e di acqua, che per l'avarizia e la ossessività di Carolina, gli sono negati, Alberto non si sottrae al suo dovere di amico. Regge la pièce l'abilità degli attori, coinvolti in un  calembour di travestimenti,  battute, mimiche, giustamente sopra le righe, ma mai ridondanti, in un crescendo grottesco che culmina nella rivelazione finale: l’unico amico che Bartolomeo non vuole incontrare è proprio lui, Alberto, solo “en travesti” vicino al malato, che confessa, infine, di averlo vergognosamente tradito in gioventù, con la moglie, divenendo il vero padre del primo figlio della coppia. E’ troppo: Alberto si accascia dinanzi ai due, incapace di reagire, forse morto sul colpo per un irresistibile attacco di cuore, Eduardo non lo dice.

Ancora una volta, dunque, la realtà supera la fantasia e mai bisogna dire mai. Applausi a tutti, in conclusione, ed il piacere di aver assistito ad una vera “chicca” teatrale, in una rassegna che sa coniugare brevità e qualità delle proposte, offrendosi come una piacevole occasione di cultura agli amanti di un genere, il teatro, che resiste ai tempi e alle mode.