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18/05/24

PORTICI (NA) - La storia di "Eduardo, per amore del gelo" ai "Racconti per Ricominciare" di teatro al tramonto 2024

 


di Maria Ricca

TEATRO - Rileggere la vita di Eduardo, rileggendo Eduardo stesso. Sceglie una formula che coinvolge ed appassiona Fabio Pisano, per narrare la vita del drammaturgo in quattro pose teatrali di grande efficacia, affidate rispettivamente a Luciano Giugliano, Gennaro Silvestro, Luca Iervolino e Chiara Baffi, con il commento musicale della tromba di Ciro Riccardi, per Ente Teatro Cronaca. E’ l’appuntamento di Pietrarsa con i “Racconti per Ricominciare” , green festival di teatro al tramonto, edizione 2024, “Eduardo, per amore del gelo”, in scena fino al 26 maggio, alle 18,45.

E ci si emoziona con gli attori stessi a ripercorrere, attraverso la scrittura che coniuga le impressioni delle parole e delle battute delle commedie eduardiane al filo del racconto, i momenti salienti della parabola esistenziale del Maestro, conosciuta per sommi capi, certo, dal grande pubblico, ma mai completamente approfondita.

La caparbietà di Eduardo, che dà fondo alle proprie sostanze per il suo San Ferdinando, sulla scia dell’esempio delle giovani energie registiche ed attoriali di Milano, che allora muovevano i loro primi passi nell’arte drammaturgica, rivive nell’interpretazione di Giugliano, e porta il suo genio all’attenzione dell’epoca.

Ma siamo nel Ventennio fascista, è dura andare avanti, tra censure, sospetti ed escamotages per cavarsela, senza rischiare. Una storia che si sceglie di raccontare, con l’ironia di Gennaro Silvestro,  come “In questi fantasmi”, attraverso il dialogo immaginario con il Professore della casa di fronte e l’immancabile caffè.

 Non c’è altro che gli immortali scambi di battute  di “Natale in casa Cupiello”, con Luca Iervolino, per ricordare i contrasti familiari tra Eduardo e Peppino, l’affettuosa mediazione di Titina, ma anche e soprattutto, il rapporto viscerale con il figlio Luca, che crebbe nella sua ombra, avvolto da forza e tenerezza, “costretto” a seguire le orme paterne, ad interpretare e a riprodurre quel presepio, che dovette piacergli per forza, alla fine.


In chiusura è la “Filumena” di Chiara Baffi, naturalmente, a ricordare le donne di Eduardo, dalla dolce Nina all’algida Dodò, dall’amata Thea, madre dei suoi figli, che visse con lui la gioia della famiglia ed il tormento per l’inaspettata e crudele fine della piccola Luisella , fino alla solida Isabella, che seppe stargli accanto per trent’anni, accompagnandolo e sostenendolo con amore fedele ed intelligente pazienza, accogliendo le intemperanze e le meraviglie del Genio. È la figura femminile, che resta al centro, ultimo punto di riferimento, come "Cuncetta" a cui tutto, in chiusura, fa capo.  

Applausi, infine, per una pièce che si lascia gustare, in un saporita mescolanza di passione e nostalgia.