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10/03/13

L'INCONTRO - Renato, le pecore e il mito di Serafino: Marco Bonfanti racconta "L'Ultimo Pastore"

il regista Marco Bonfanti

"Volevo raccontare una storia vera che avesse i contorni di una fiaba, mirando alla riscoperta di realtà ormai generalmente perdute, eppure ancora esistenti, qui e lì, da qualche parte, nel nostro Paese e non solo." Quale migliore protagonista di questa fiaba, se non un pastore,  uno vero?  Quello che Marco Bonfanti, giovane e promettente regista, protagonista dell'ultimo appuntamento con "Il Mulino del Cinema", curato da Marialaura Simeone, operatrice culturale e critico cinematografico, nella rassegna "Obiettivo T" della Solot , ha incontrato e messo al centro del suo documentario, che ha le caratteristiche di una "fiction" ed  inizia lentamente e poi prende ed affascina, fino all'incredibile, coinvolgente finale: un intero gregge di pecore che invade Piazza Duomo, in Milano. Guidato da "L'ultimo pastore", appunto. 
 "Ho scoperto dell'esistenza di Renato - racconta il regista -  per puro caso, venendo a sapere da amici che le strade limitrofe (provinciali e statali) della città più cementificata d' Italia venivano regolarmente attraversate da questo incredibile personaggio, che riusciva però a nascondersi. Mi sono illuminato: ho pensato che, assolutamente, avrei dovuto costruirvi sopra un film. 

All'inizio Renato credeva che fossi di "Striscia la Notizia", che volessi addirittura denunciarlo per questo suo insolito comportamento, poi, mano mano, quando ho spiegato a lui e alla moglie che il mio desiderio era portare le pecore ad incontrare i bambini cresciuti e pasciuti nella metropoli, per mostrare loro un pezzo di vita reale, li ho convinti." 
Ne è venuta fuori una narrazione semplice ed efficace, che comincia dalla dimora abituale di Renato, una baita sui monti, accanto a quella del balordo aiutante Piero, che si affaccia sui pascoli lombardi più verdi. E' un uomo semplice, Renato, che ha realizzato, contro la famiglia d'origine che lo voleva operaio e contadino, il sogno di diventare pastore. E nella sua semplicità, lo ha perseguito con forza. "Il pastore è uno zingaro - dice  nel mini-film - Ogni giorno racconta una nuova storia." Non può che essere Serafino, dunque,  il suo mito cinematografico, il pastore interpretato da Adriano Celentano, che Renato ammira incondizionatamente: "Vorrei incontrarlo, ma so che poi mi emozionerei - dice nel suo dialetto stretto, il Gai, la lingua dei pastori - perché lui ha saputo davvero raccontare l'esistenza semplice che viviamo, così come nella canzone sul ragazzo della via Gluck ha narrato il dispiacere per la fine di un'epoca, quella legata al verde e alla natura, annientata dalla cementificazione." Il fedele e attentissimo cane pastore Moru gli è prezioso compagno per la guida delle pecore che, senza colpo ferire, attraversano la provincia, fino poi ad arrivare in piazza Duomo. In mezzo la vita reale: quella dei bambini, che a scuola confondono il pastore con il fornitore di latte nei supermercati e che davvero non ne hanno mai visto uno in carne ed ossa, ma solo disegnato sui libri, con colori  pastello, gli stessi che delineano i  titoli di inizio e coda del documentario.    E  quella della famiglia di Renato, con i quattro figli e la moglie, nella loro casa alle porte di Milano,  a rappresentare  la concretezza di un'esistenza,  che lascia spazio a questo padre affettuoso e tenerissimo, di  immaginare di voler riportare i bambini a contatto con la natura, ma che lo richiama ai suoi doveri, nei contatti inevitabili con le macellerie, soprattutto musulmane,  le quali, diciamo così, "prendono in carico" il destino ultimo delle pecore. Una sorte triste, forse, o semplicemente il naturale approdo di una vita, anche per questi animali, restituita alla naturale semplicità dei pascoli, sia pure metropolitani. 
Si ispira ad  Ermanno Olmi, Marco Bonfanti, che riconosce come maestro e che a sua volta, gli ha dato il "placet" per l'operazione cinematografica condotta, che ha dichiarato di apprezzare moltissimo. Il mini-film ha già preso il volo ed è stato pluripremiato in Italia e all'estero. Come Renato, il suo protagonista, più personaggio, che persona, l'ultimo sognatore.