PARLIAMO DI...


27/11/22

SAN GIORGIO A CREMANO - Miriam Candurro apre “La settima stanza” del cuore in “Biblioteca d’Autore”

 di Maria Ricca

Storia di anime "sospese", ai tempi della pandemia

LIBRI - “Una scrittrice leggiadra, molto attenta ai particolari, alla scelta delle parole giuste per descrivere atmosfere intense e complicate, che sa  “afferrare” il lettore e introdurlo nella mente dei personaggi, una grande rivelazione.” Così la docente ed operatrice culturale Loredana Di Franco per presentare “La settima stanza” di Miriam Candurro, ed. Sperling & Kupfer. L’attrice e scrittrice partenopea, all’attivo diverse esperienze cinematografiche e televisive, fra i volti più amati di “Un posto al sole”, ha aperto il ciclo di incontri letterari nella Villa Bruno di San Giorgio A Cremano,  promossi da “La bottega delle parole” per il ciclo “Biblioteca d’Autore”.

Alla professoressa Di Franco, con  Martina Giardulli, promotrice di eventi culturali, attiva nel campo della formazione e del teatro,  il compito di introdurre l’autrice, dopo i saluti istituzionali del sindaco Giorgio Zinno e dell’Assessore alla Cultura Giuseppe Giordano.

Una storia che è un vero e proprio viaggio, quella scritta dall’affascinante Miriam Candurro (nella foto), non nuova alla scrittura, ma certamente novizia nel genere, cosa che rende ancora più attraente il suo piglio stilistico, incredibilmente maturo e professionale, come hanno sottolineato le relatrici. “Un viaggio – ha riconosciuto la Di Franco – alla ricerca del sé, del proprio posto nel mondo, vissuto attraverso la mente ed i pensieri dei protagonisti, nel periodo recente più terribile, quello del lock down dovuto alla pandemia.”

Martina Giardulli, che ha curato ogni particolare della presentazione, dalla regia dell’evento alla realizzazione di piccoli segnalibri e di foglietti-messaggi, per offrire al pubblico la possibilità di intervenire anche attraverso la scrittura di un proprio pensiero su quanto proposto dal libro, ha individuato alcuni fra i punti più salienti dell’opera, letti poi intensamente.

Miriam Candurro ha parlato con emozione del  suo percorso di interprete e scrittrice: “La scrittura mi ha sempre accompagnato da quando ero piccola. Amo scrivere a mano, perché quando si scrive a mano, si pensa davvero.” La storia proposta, la sintonia di anime fra Giovanni ed Anna, era da tempo nella mente dell’autrice, che quando scrive, penetra completamente nella mente dei personaggi, esattamente come fa quando ha un ruolo da interpretare. Personaggi bloccati in una dimensione che non possono abbandonare, l’obbligo di dimora, ben rappresentato in quel tempo della pandemia che ha costretto tutti a restare in compagnia di se stessi, “l’unico confronto che ci accompagnerà per la vita intera, il più difficile”.

Violenza e amore in questa vicenda, che lascia il fiato sospeso fino alla fine e della quale si riesce a non dire troppo in sede di presentazione, stuzzicando però l’immaginario del pubblico, attraverso  alcune frasi rivelatrici del testo, che penetrano talmente nell’anima del lettore da farlo sentire in perfetta sintonia con i personaggi, come se la storia raccontata fosse la propria. “La settima stanza”, scritto da Miriam Candurro  con slancio e senza interruzioni, quasi come una “missione” nei giorni difficili del lock down diventa così il luogo del cuore, “quell’angolino dove abbiamo lasciato i desideri della nostra vita”:   “Vorrei essere una montagna di neve mai scalata”, dice la protagonista del romanzo, tra rabbia e rimpianto  ed è struggente.