PARLIAMO DI...


25/06/23

BENEVENTO - Al BCT 23 la professionalità simpatica di Fabio Caressa e l'intensa riflessività di Kim Rossi Stuart

di Maria Ricca

Se Can Yaman ha incantato le folle con la prestanza fisica e lo sguardo tenebroso, più che con le sue pur lodevoli iniziative benefiche, il pubblico del BCT è stato ugualmente affascinato nella penultima serata del festival dal garbo, dalla competenza e dall'innegabile simpatia di Fabio Caressa. Il più popolare dei cronisti sportivi italiani, in forze a Sky e da trent'anni voce popolare delle competizioni calcistiche, erede ideale di Carosio e Martellini, ha incontrato gli appassionati in piazza Federico Torre, intervistato dal giornalista Antonio Martone. E con lui ha ripercorso i momenti più significativi della propria carriera, il rapporto fraterno con Beppe Bergomi, la stima per Spalletti, Ancelotti, Gasperini, tra emozioni e gustosi aneddoti, punteggiando i propri racconti di attente precisazioni tecniche. "Noi telecronisti siamo - ha detto - una sorta di cavo elettrico, attraverso il quale far passare le emozioni più belle, per rompere idealmente il vetro dello schermo e rendere partecipe il pubblico dei tifosi, come se fosse in campo. Ma, se è vero che l'amore per questo sport nasce nella culla e resta dentro di te fino alla fine, è pur vero che sempre di divertimento si tratta - ha ribadito - e che la vita è fatta di tante cose importanti, a cui dare spazio ed attenzione, senza farsi condizionare al punto da perdere di vista le priorità vere."  Infine il suo commento sull'anno sfortunato del Benevento Calcio, nella speranza di ripartire, con il regalo ai tifosi di una finta telecronaca in diretta di buon auspicio per una pronta risalita in serie B. E per i giovani che volessero intraprendere la sua professione? "Bisogna certo trovarsi al posto giusto nel momento giusto - conclude Caressa, premiato, infine, dal Bct, per la qualità del suo lavoro - ma è importantissimo arrivarci preparati, impegnandosi nella formazione e nello studio, capaci di lavorare in team, altrimenti non si va da nessuna parte."
Piazza S. Sofia ha accolto invece l'attore e regista Kim Rossi Stuart,  giunto dal blindatissimo set del "Gattopardo" di Palermo, in cui è impegnato in questi giorni. Al centro dell'intervista soprattutto il film "Brado" sul difficile rapporto padre-figlio, che è stato proiettato poi, ultimo di una trilogia cominciata con "Anche Libero sta bene" e continuata poi con"Tommaso". Rossi Stuart si è raccontato dagli esordi, quando, praticamente, poco più che in fasce, recitò fra le braccia di Catherine Deneuve  fino ai nostri giorni, confermando la propria indole di attore e regista riflessivo e profondamente attento alla problematicità della psiche umana. Non facile nulla è stato per lui, che ha saputo costruirsi e costruire film complessi ed intensi, facendo leva sulle proprie qualità attoriali e sulla forza del testo messo in scena. Anche per lui, alla fine, premio Bct per il valore della propria carriera.