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14/09/23

NOVITA' - Il "Taccuino Rosso" di Lello Orso, poliedrico romanzo di emozioni, da gustare in "lettura aumentata"



di Maria Ricca

LIBRI - Un romanzo atipico, che si legge tutto d'un fiato, che attraversa i continenti con i suoi personaggi così poliedrici e vitali, un diario emozionale che sa molto di autobiografico, un "Taccuino Rosso", insomma. 

Lello Orso, beneventano d'origine, cosmopolita per vocazione, una vita vissuta all'interno dell'universo radiofonico e massmediologico in generale (Radio 101, Radio Kiss Kiss, Vasco Rossi, Tln Television, ecc.), tra l'Italia e l'America settentrionale, attualmente consulente in quest'ambito e docente in workshop universitari di alto profilo, intitola così la propria opera letteraria, che brilla di diverse insolite caratteristiche, sin dal sottotitolo,  "the unexpected love", "l'amore che non ti aspetti". Già, perché è quello il nucleo fondamentale del romanzo, che non vuole avere alcuna connotazione politica, come il "rosso" del taccuino potrebbe far supporre, ma che è, a leggerlo bene, una storia di passione a tutto tondo, non solo fra esseri umani, ma soprattutto per la musica. Disponibile su Amazon in digitale e cartaceo e iscritto al concorso letterario Amazon Storyteller: https://amzn.eu/d/e2JKywB

- Un libro autobiografico, dunque?
"In  qualche modo sì, perché la storia di Daniel, che racconto, rappresenta emozioni e sensazioni raccolte e vissute attraverso gli anni e le esperienze meravigliose che mi sono toccate, grazie al lavoro che ho scelto e che mi sono costruito giorno, dopo giorno."

- "Taccuino rosso" è un romanzo che si avvale della possibilità di una "lettura aumentata". Di che si tratta?

" E' un modo innovativo di "entrare" quasi fisicamente nella storia, perché, chi legge, accanto alla fruizione immediata ottenuta grazie alla lettura classica, magari nelle pause forzate trascorse su bus e metro, mentre va al lavoro, può "approfondire" la propria esperienza con calma, quando vuole e può, grazie a dei "QRcode", presenti sulle pagine del libro, che rimandano automaticamente a link con contenuti multimediali e musicali e naturalmente coinvolgono il lettore in maniera più completa nella narrazione."

 - Qual è il filo conduttore che attraversa la storia? Quanto c'è di Benevento, tua città di origine,  nel libro?

"Sicuramente, per me, filo conduttore e traino, è la musica, come se il ritmo di questo libro avesse anche un proprio suono. E sì, poi, c'è molto anche di Benevento in questo scritto, perché una parte del racconto è ambientata proprio in città, dove i protagonisti si incontrano un locale immaginario (ma che mi piacerebbe esistesse!), il "Kilowatt" e poi frequentano l'Hortus Conclusus , ma anche Apice Vecchia, la "Ghost town" abbandonata dopo il terremoto del 1980. Infine gli scavi di Altilia, che è un posto meraviglioso. Ho indicato anche dei link, in modo tale che il lettore che desideri visitare quei luoghi, possa trovare anche le indicazioni per farlo. Posti particolari, dove il grande turismo non sempre arriva. Ma non per business, solo per amore della cultura, che è libertà." 

- Quanto ti è rimasto dentro dell'amore per la città di Benevento?

"Moltissimo, tutto. Le origini restano nel cuore. Ed è bello ritornare, rivederla e dire a se stessi che si è riusciti a realizzare quei sogni di ragazzo, quando eravamo in pochi a studiare dizione, a cercare formule innovative per affermarsi in radio, con la nostra passione. E infatti il libro a fine ottobre sarà presentato anche a Benevento, con molto piacere, anche per ritrovare gli amici più cari. 

- Siamo di fronte ad un romanzo che è stato già definito dalla critica "solare" ed innovativo...Ci saranno altri "taccuini"?

"Sì, certo, immagino un "Taccuino verde" ed un "Taccuino bianco" e non nascondo che ho già in mente spunti da cui partire per creare nuovi percorsi, nei quali il lettore potrà immergersi ancora con leggerezza, per evadere, immedesimandosi con il protagonista. E spero sarà ancora Eleonora, mia figlia,  a disegnare la copertina dei libri e molte delle immagini all'interno, come ha fatto stavolta, con poche mie indicazioni e tanto suo talento, devo dire. Con l'entusiasmo della sua giovanissima età e con la passione per il "bello", che spero di averle trasmesso.