di Maria Ricca
LIBRI - Dacia Maraini, Anna Maria Ortese,
Elsa Morante, i capisaldi della letteratura del Novecento italiano, ma non
solo. Parabole esistenziali appassionanti, di cui si è discusso nell'ambito
dell'incontro culturale ospitato dalla Sala Massimino di San Giorgio a Cremano,
grazie all'impegno della prof.ssa Maria Falbo,
vicepresidente della Pro Loco di San Giorgio a Cremano. Protagonista
Esther Basile, con la sua “Sinfonia a tre voci”, riferite alle tre importanti
scrittrici, presentata da Maria Cristina Orga.
Due ore piene di riflessioni, confronti, analisi e commenti, in cui la Basile, filosofa e collaboratrice dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli con la passione per la filosofia e la letteratura, giornalista, poetessa, scrittrice, promotrice di rassegne culturali di alto valore scientifico, ha ricordato le tre eccezionali figure letterarie, sottolineando in esse, ha spiegato, “l’idea della narrazione, della storia che diventa memoria, della possibile società in trasformazione, attraverso naturalmente il linguaggio che non è soltanto poetico, ma è del romanzo del Novecento, in cui la psicanalisi, ma anche la narrazione interiore e l’attenzione all’altro sono profondamente coese.”
In un vivace scambio con l'Orga,
anch’ella poetessa, scrittrice e giornalista, responsabile
editoriale per Vocali Editrice, la Basile ha spiegato come lavori da trent’anni
sulle donne, con un’attenzione particolare alle filosofe che hanno caratterizzato
il nostro Novecento, “spesso dimenticate – ha detto – e poste al margine della
nuova generazione.”
A proposito di
quest’ultima - le abbiamo chiesto - quale figura vede importante oggi al centro
delle riflessioni filosofiche? “Sicuramente quella di Michela Marzano, mentre
dal punto di vista letterario sono sempre all’ascolto delle voci nuove.
Sono convinta, però, che fare narrazione implichi una giusta attenzione, i giusti
tempi tecnici, non si può scrivere come se si facesse sempre giornalismo.”
Infine una riflessione sulla parabola di Michela Murgia, altra grande figura
contemporanea: “L’ho conosciuta attraverso la “Società delle Letterate”… Credo
che, comunque, noi dobbiamo prendere spunto sempre da donne del passato molto
forti, molto incisive, ma che la Murgia, pur non avendo io amato la spettacolarizzazione del suo male,
abbia rappresentato per le nuove generazioni un interessante distaccamento da
alcuni canoni e da alcuni valori.”