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27/06/25

BENEVENTO - Al Festival BCT, lo sguardo indagatore sull'attualità di Gianluigi Nuzzi


di Emilio Spiniello

Piazza Torre ha accolto il volto televisivo Gianluigi Nuzzi, scrittore e giornalista, conosciuto soprattutto per il programma di Rete 4 “Quarto grado”, in occasione della terza serata del Festival Nazionale del Cinema e della Televisione Città di Benevento. Con il giornalista Alessio Viola una carrellata di racconti legati al suo lavoro di cronista di storie di cronaca nera, che si è sempre distinto per il “rispetto e per l’attenzione giornalistica”. 
Nuzzi è stato autore di diverse inchieste che hanno avuto vasta eco, anche internazionale. Da anni conduce la trasmissione Mediaset incentrata sui grandi casi di cronaca che appassionano e dividono l’opinione pubblica.
Da La7 a Mediaset si è detto “sempre legato ai documenti, con l’obiettivo di analizzare cercando testimonianze con una ostinazione santa ed una dedizione assoluta, che sono caratteristiche mie e della mia squadra”.
Nuzzi ha spiegato di come la sua soddisfazione sia legata alla fiducia che il pubblico gli accorda da anni, apprezzando il lavoro del suo team.
Poi un’analisi sull’attuale situazione italiana, “dove tutti sono criminologi, esperti e complottisti. Ci distacchiamo da personaggi del momento come Fabrizio Corona o altri, che improvvisano per aver un po’ di seguito oppure dai supertestimoni dell’ultimo momento sempre pronti ad apparire. Non è mancata una critica ai campioni della disinformazione, agli improvvisatori del mestiere e ai personaggi poco credibili, che di tanto in tanto vediamo tramite i media commentare i delitti italiani più noti: strage di Erba (2006), il delitto di Garlasco (2007), l’omicidio di Yara Gambirasio (2010),  l’omicidio di Meredith Kercher.


Un commento anche sui recenti casi di cronaca, che hanno colpito il pubblico: gli omicidi di Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano.
Spazio anche ad aneddoti legati al processo penale che ha avuto in Vaticano a causa della pubblicazione del libro “Via Crucis”, che sarebbe frutto della sottrazione di documenti riservati. 
Già nel 2010 il giornalista milanese pubblicò  il saggio “Vaticano S.p.A. Da un archivio segreto la verità sugli scandali finanziari e politici della Chiesa”, poi divenuto un best seller, tradotto in 14 lingue.
A fine intervista  la consegna del Premio Donatella Raffai 2025 da parte del cugino, il giornalista Andrea Jelardi.
La Raffai, di origini sannite di San Marco dei Cavoti, scomparsa nel 2022,  raggiunse una popolarità straordinaria soprattutto grazie al programma Rai “Chi l’ha Visto?”. Il premio Raffai da quest’anno si lega stabilmente al festival BCT.